l'appello del presidente del consorzio in vista del forum italo libico del 29 ottobre
Giorgia Meloni intervenga sul premier libico Abdul Hamid Dbeibah “per sbloccare l’impasse sull’aeroporto di Tripoli”, i cui lavori di ristrutturazione sono stati affidati a un consorzio italiano con una commessa di recente revocata ufficiosamente dal governo. E’ l’appello rilanciato attraverso l’Adnkronos dal presidente del consorzio Aeneas, Elio Franci, a pochi giorni dal forum italo libico di Tripoli, dove e’ prevista la presenza della premier.
Sette anni fa il Consorzio di imprese italiane Aeneas, con un efficace gioco di squadra del Sistema Italia, si aggiudicava l’importante commessa per la realizzazione del nuovo aeroporto internazionale di Tripoli, attualmente la più grande opera infrastrutturale strategica in fase di realizzazione da parte italiana in Libia. Si tratta, ricorda il consorzio, di progettazione e lavori per un valore totale di oltre 80 milioni di euro per uno scalo che potrà movimentare fino a 8 milioni di passeggeri l’anno. E costituisce sicuramente uno dei piu’ importanti strumenti per la stabilizzazione e la crescita di questo importante partner del nostro Paese, il cui mercato vanta notevoli potenzialita’.
Come segnalato già nei giorni scorsi dal presidente Franci, in questi ultimi mesi la controparte libica ha interrotto la collaborazione con il consorzio “sulla base di ingiustificati rilievi tecnici, nonostante circa il 50% dei lavori e forniture nel cantiere siano stati completati”. “Da parte governativa si è recentemente anche annunciata la sottrazione dell’importante commessa alle aziende italiane per attribuirla ad un gruppo imprenditoriale libico”, denuncia Franci. In questo contesto, “il vertice economico Italia-Libia previsto a Tripoli il 29 ottobre, con la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, costituisce un’occasione fondamentale per ottenere al piu alto livello un chiarimento politico che consenta la ripresa del dialogo a livello tecnico e l’auspicata ripresa dei lavori nel cantiere”, insiste Franci, sottolineando come non si possa prescindere da un rilancio del lavoro di Aeneas in Libia proprio quando, di fronte ad una grande platea di imprenditori libici ed italiani ed alle piu’ alte cariche istituzionali di entrambi i Paesi, si intende sviluppare su basi concrete la cooperazione economica italo-libica.
“Uno scalo internazionale ha bisogno di standard tecnici di alto livello e di tutte le vidimazioni in ambito internazionale che in questa fase l’Italia è in grado di offrire alla Libia - rivendica ancora il presidente del consorzio - In occasione del previsto vertice economico, confidiamo in un nuovo autorevole intervento della premier Meloni su Dbeibah affinché si superi l’attuale situazione di impasse e la controparte tecnica libica riprenda in spirito di collaborazione il finanziamento di opere e forniture.
“Se per motivi interni o pressioni di altri Paesi o gruppi stranieri, l’importante commessa venisse sottratta al Sistema Italia - avverte infine Franci - questi costituirebbe un grave danno per l’immagine della Libia agli occhi degli investitori italiani ed internazionali, proprio in coincidenza con un vertice che dovrebbe rilanciare il clima di cooperazione economica bilaterale italo-libica”.