Vittime a Nuseirat quasi tutte componenti della stessa famiglia. Giornalista ucciso a Jabalia. Sullivan oggi da Netanyahu. Iran conferma: in corso negoziati indiretti con gli Usa in Oman
Continua a salire il bilancio delle vittime del raid condotto la notte scorsa dagli israeliani contro il campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Secondo fonti dell'ospedale di Al Aqsa Martyrs, i morti sono 35, tra i quali sette bambini e nove donne. Secondo la ricostruzione della Cnn, nel bombardamento sono state distrutte una serie di case, tra le cui macerie stanno continuando a scavare le squadre di soccorso.
Una testimone ha detto alla Cnn che sono cinque le case crollate, tra le quali quella di sua sorella, e che molti sono ancora sepolti sotto le macerie. "Sono ferita, la mia casa è distrutta, non siamo vivi, stiamo morendo lentamente, dove è la giustizia?", ha detto la donna all'emittente americana.
Secondo quanto riferito da al Jazeera, la maggioranza delle vittime apparteneva ad una stessa famiglia. Solo una bambina di 10 anni della famiglia Hassan sarebbe sopravvissuta all'attacco ed è al momento ricoverata nell'ospedale al Aqsa. Il raid è avvenuto alle 3 della scorsa notte. Un portavoce dell'esercito israeliano ha detto che si sta verificando la notizia.
Nei raid sul campo profughi di Jabalia è morto inoltre, come informa l'agenzia Wafa, un giornalista, Abdullah al Najjar, due giorni dopo l'uccisione di quattro suoi colleghi in altri attacchi israeliani. Dal 7 ottobre sono 148 i reporter rimasti uccisi.
Un alto funzionario della polizia di Hamas è stato intanto ucciso in un raid mirato degli israeliani nel centro di Gaza. Lo rendono noto media palestinesi citando fonti di Hamas che spiegano che nel raid, che ha colpito l'auto a bordo del quale viaggiava a Deir al Balah il capo dell'ufficio investigativo, è rimasta uccisa un'altra persona.
Incontro a Riad tra il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il consigliere della Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Spa, è stata esaminata "la versione semifinale degli accordi strategici" tra Arabia Saudita e Stati Uniti, che comprendono anche la normalizzazione dei rapporti tra Riad e Israele.
"Durante l'incontro sono state esaminate le relazioni strategiche tra i due Paesi e i modi per rafforzarle in vari campi. È stata discussa la versione semifinale della bozza di accordi strategici, che sono quasi finalizzati", ha precisato la Spa, secondo cui Mbs, l'acronimo con cui è noto il principe, e Sullivan hanno anche discusso di come "trovare un modo credibile di procedere sulla questione palestinese e per una soluzione basata due Stati che soddisfi le aspirazioni e i diritti legittimi del popolo palestinese”.
Il consigliere per la sicurezza americana e bin Salman "hanno anche discusso degli sviluppi regionali, tra cui la situazione nella Striscia di Gaza e la necessità di fermare la guerra, facilitando al contempo l'ingresso degli aiuti umanitari", ha reso noto ancora l'agenzia saudita. Lasciata Riad, Sullivan è atteso in Israele, dove vedrà il premier Benjamin Netanyahu.
L'Iran ha intanto confermato che sta tenendo negoziati indiretti con gli Stati Uniti in Oman. Citato dall'agenzia di stampa Mehr, l'ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Saeed Iravani, ha detto: "Questi negoziati sono un processo in corso", non sono i primi e non saranno gli ultimi. Il rappresentante di Teheran non ha fornito dettagli sul contenuto dei colloqui, che, secondo quanto rivelato ieri dal sito americano Axios, riguarderebbero il tentativo di evitare un'ulteriore escalation regionale della guerra a Gaza. Ai colloqui che si sono tenuti nella settimana appena conclusa - i primi da gennaio, sempre in Oman, e i primi dopo l'attacco iraniano a Israele del 13 aprile scorso - avrebbero partecipato il consigliere di Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, e l'inviato ad interim per l'Iran Abram Paley.