Lo scrive il Washington Post, che cita fonti informate sulle conversazioni che avvengono dietro le quinte. Intanto Usa, Francia, Germania, Italia e Uk in una nota congiunta chiedono un passo indietro all'Iran
In pubblico i funzionari dell'Iran continuano a minacciare una rappresaglia "dura" per "punire" Israele, passate quasi due settimane dall'uccisione a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Ma in privato negli incontri con i leader dei proxy, armati, l'Iran ha invitato alla "cautela, cercando di bilanciare qualsiasi eventuale dimostrazione di forza con il desiderio di evitare una guerra totale nella regione". Lo scrive il Washington Post che cita fonti informate sulle conversazioni che avvengono dietro le quinte mentre un funzionario israeliano, citando colloqui con funzionari della sicurezza, ha detto ieri che l'ultima valutazione di Israele è che l'Iran sta pianificando un altro attacco diretto che potrebbe essere imminente.
"Gli iraniani e i loro alleati procedono con cautela", ha detto una fonte libanese con stretti legami con gli Hezbollah libanesi. Un resoconto analogo è arrivato da un parlamentare iracheno legato alle milizie sostenute dall'Iran presenti in Iraq. "Ci è stato detto (dall'Iran) che sarà una risposta limitata", ha affermato. Perché Teheran "non vuole un allargamento del conflitto".
Negli ultimi incontri, secondo la fonte libanese con legami con Hezbollah, l'Iran ha manifestato il timore che Israele e Usa possano colpire il suo programma nucleare, sfruttando il conflitto come 'pretesto' per "neutralizzare essenzialmente la deterrenza nucleare dell'Iran".
L'uccisione di Haniyeh "è stata una missione basata sull'intelligence", ha detto al Post Aliasghar Shafieian, consigliere per i media di Masoud Pezeshkian, il nuovo presidente iraniano alla guida della Repubblica Islamica in quello che per il Post è un "momento delicato di transizione politica". E "la risposta dell'Iran sarà di natura e livello simile", è convinto Shafieian, che riconosce come le conseguenze dell'uccisione di Haniyeh siano una "sfida significativa" per Pezeshkian. Ma, ha anche detto, il governo è in grado di "gestire la situazione". Il Paese, ha affermato, risponderà in modo "maturo".
Per Marc Marc Polymeropoulos, ex Cia con ruoli in Medio Oriente, un'eventuale risposta da parte dell'intelligence iraniana potrebbe essere sotto forma di attacchi a obiettivi israeliani all'estero, come le ambasciate. "Non credo che gli iraniani abbiano la capacità di colpire funzionari della sicurezza israeliana in territorio israeliano", ha affermato.
Secondo un funzionario iracheno con rapporti stretti con le forze sostenute dall'Iran nella regione, infine, gli alleati di Teheran in Iraq e Siria pianificano attacchi a basi Usa in questi Paesi in concomitanza con un eventuale attacco iraniano contro Israele. E, ha affermato, ai gruppi è stato detto di restare in stato di "massima allerta".
Intanto, dopo i timori espressi dalla Casa Bianca per un attacco di Teheran a Israele che potrebbe essere imminente, il presidente Usa Joe Biden "ha parlato con Francia, Germania, Italia e Regno Unito per discutere la situazione in Medio Oriente e gli sforzi in corso per la de-escalation delle tensioni e raggiungere un cessate fuoco e l'accordo per il rilascio degli ostaggi", ha reso noto il portavoce del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, Sean Savett.
"Abbiamo esortato l'Iran a lasciar cadere le sue minacce di un attacco militare contro Israele e abbiamo parlato delle gravi conseguenze per la sicurezza regionale nel caso in cui tale attacco dovesse avere luogo", quanto si legge quindi nella dichiarazione congiunta di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia diffusa in seguito dalla Casa Bianca.
"Abbiamo espresso il nostro sostegno alla difesa di Israele contro l'aggressione iraniana e gli attacchi di gruppi terroristici sostenuti dall'Iran", si legge nella dichiarazione in cui i leader di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia, dopo aver parlato della situazione in Medio Oriente, esprimono "pieno sostegno agli sforzi in atto per la de-escalation delle tensioni e per raggiungere un accordo per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi a Gaza".
"Abbiamo sostenuto l'appello congiunto del presidente Biden, del presidente egiziano Al-Sisi e dell'emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani a riprendere i colloqui nel corso della settimana con l'obiettivo di concludere l'accordo il prima possibile e sottolineato che non c'è altro tempo da perdere - si legge ancora -. Tutte le parti devono assumersi le proprie responsabilità. E' necessaria la consegna e la distribuzione di aiuti senza restrizioni".
Ed è intanto "massima allerta" per i militari israeliani. A confermarlo, il portavoce delle forze israeliane (Idf) Daniel Hagari, come riporta il Times of Israel. Hagari ha precisato che non ci sono sinora cambiamenti sulle linee guida di emergenza per la popolazione civile. "Seguiamo i nostri nemici e gli sviluppi in Medio Oriente, soprattutto Hezbollah e Iran", ha detto, confermando un aumento dei pattugliamenti aerei sul vicino Libano per "individuare e intercettare le minacce". "Prendiamo sul serio le dichiarazioni dei nostri nemici e - ha rimarcato - siamo quindi pronti al massimo livello di preparazione per la difesa e l'attacco".
Israele "è preparato per affrontare questa minaccia" su più fronti. In una dichiarazione il presidente israeliano Isaac Herzog sottolinea come Israele abbia "eccellenti capacità militari, un'Aeronautica e sistemi di difesa multi-dimensionali, sofisticati e all'avanguardia che sono in allarme e pronti". Herzog, riporta ancora il sito di notizie israeliano Ynet, insiste sull'unità.