
Il presidente degli Stati Uniti: "Se non c'è intesa, torniamo alle tariffe iniziali"
Donald Trump è pronto a negoziare con l'Unione europea sui dazi. Il presidente degli Stati Uniti ha congelato le tariffe per 90 giorni. Bruxelles si avvia a fare la stessa cosa. Le basi per il dialogo sono state poste e fissa una regola fondamentale: gli Stati Uniti considerano l'Unione europea come un unico interlocutore, escludendo apparentemente intese con singoli stati.
"Guardiamo all'Ue come un unico blocco. L'Unione europea è stata molto dura ed è stata molto furba annunciando la rappresaglia e poi facendo una parziale retromarcia. L'Ue è molto furba, è stata creata per sfruttare gli Stati Uniti. Non critico l'Ue o la Cina, critico i presidenti che hanno consentito tutto questo", dice il presidente degli Stati Uniti rispondendo alle domande dei cronisti dopo la riunione del suo gabinetto.
Wall Street ha archiviato una giornata negativa per la guerra commerciale con la Cina: la tensione con Pechino, tra dazi e controdazi, rimane alta. L'indice Dow Jones ha perso il 2,5%, mentre lo S&P500 ha lasciato sul terreno il 3,46%. E' andata peggio al Nasdaq, che ha terminato le contrattazioni con un pesante -4,31%.
Per Trump, che dribbla le domande sulla Borsa ("Non ho ancora visto"), il bicchiere rimane mezzo pieno. "Stiamo incassando circa 2 miliardi di dollari al giorno. Tutti vogliono fare un accordo, stiamo lavorando con molti paesi. Siamo in ottimo forma, stiamo facendo qualcosa che avremmo dovuto fare tanti anni fa. Ci saranno problemi e costi transitori, ma alla fine sarà tutto bellissimo", dice inviando un messaggio rassicurante.
Il nodo principale riguarda la Cina. In una escalation senza fine, le tariffe sui prodotti cinesi hanno raggiunto il 145%. Eppure, nonostante le misure durissime, Trump continua a ritenere possibile - se non probabile - un'intesa con "l'amico Xi". "Vediamo cosa succede con la Cina, ci piacere riuscire a fare un accordo. Si sono approfittati del nostro paese per tanto tempo. Stiamo riequilibrando il tavolo, ho grande rispetto per il presidente Xi. Credo che riusciremo a concludere qualcosa estremamente positivo per entrambi i positivi", dice il presidente degli Stati Uniti.
Non si può escludere però la possibilità che il muro contro muro vada avanti fino al punto di rottura totale. "Se non riusciamo a fare un accordo vantaggioso per entrambe le parti, torniamo al punto di partenza", dice stabilendo la regola che, alla fine, vale per tutti i 75 paesi che hanno chiesto udienza per arrivare ad un accordo. "Ogni paese ha una situazione diversa. C'è chi ha un surplus commerciale di 3 miliardi come la Cina e chi non ne ha", dice preparandosi ai negoziati.