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Inflazione, continua corsa: a maggio sale al 6,9%

Stime preliminari Istat: torna ai valori del 1986. Corre il carrello della spesa

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)
31 maggio 2022 | 11.57
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Continua la corsa dell'inflazione. Secondo le stime preliminari dell'Istat, a maggio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6,0% del mese precedente) "salendo a un livello che non si registrava da marzo 1986 (quando fu pari a +7%)".

Non si arresta neanche la corsa del 'carrello della spesa'. Infatti nelle stime preliminari di maggio l'Istat segnala l'accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,7% a +6,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,8% a +6,7%).

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, dopo il rallentamento di aprile, si deve - spiega l'Istat - ai prezzi di diverse tipologie di prodotto: dei Beni energetici (la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,2%) e in particolare degli Energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,4%; la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati è stabile a +64,3%), dei Beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto dei Beni alimentari lavorati (da +5,0% a +6,8%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%).

"Gli elevati aumenti dei prezzi dei Beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione- afferma l'Istat - accelerano infatti i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto, con gli Alimentari lavorati che fanno salire di un punto la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +6,7%, come non accadeva dal marzo 1986 (quando fu +7,2%)".

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