Roma, 21 gennaio 2020 - Il futuro dell’ex Ilva, dopo l’ennesimo incontro decisivo previsto per venerdì tra i vertici di Arcelor Mittal e i sindacati, resta incerto, soprattutto dopo la decisione del Tribunale del Riesame di prorogare lo spegnimento dell’altoforno numero 2.
Chi, invece, sul tema ha le idee chiarissime è Bruno Bella, fondatore del gruppo Vibeco, che da anni si occupa della gestione e dello smaltimento dei rifiuti di un’altra situazione molto delicata da un punto di vista ambientale come quella della Terra dei Fuochi campana.
Secondo Bella, l’ex Ilva sarebbe il terreno ideale per una soluzione veramente ecologista, di quelle – per intenderci - che sarebbero approvate anche da Greta Thunberg.
“La mia idea è che i materiali di scarto presenti all’interno del sito debbano essere utilizzati per creare delle colline fonoassorbenti, esteticamente gradevoli, che separino la città dallo stabilimento. Le colline sarebbero costruite in un modo tale per cui l’acciaieria sarebbe completamente isolata, i cittadini di Taranto nemmeno si accorgerebbero più della sua presenza”.
Sembra un’idea molto audace. Nel mondo sono presente casi simili?
Certo. Basta andare non molto lontano, a Oslo per la precisione. Invito tutti a inserire su Google le parole “termovalorizzatore” e “Oslo” e guardare le immagini. Nella capitale norvegese hanno addirittura costruito una pista da sci sopra un forno, e la stessa cosa hanno fatto a Copenaghen. In questo modo non solo si è risolto il problema dello smaltimento dei rifiuti, ma si è anche creato un parco naturale a vantaggio della cittadinanza. Zero rischi per la salute dei cittadini, zero rumori, zero disagi. E la cosa paradossale è che noi potremmo fare addirittura di meglio.
In che senso?
Perché con l’ex Ilva tutti i materiali necessari alla costruzione sarebbero già presenti in sito, quindi i costi sarebbero estremamente bassi.
Come mai una proposta del genere non è ancora stata avanzata da nessuno?
“Se dovessi pensare male, dovrei dire una cosa ovvia, e cioè che a qualcuno, fino ad adesso, ha fatto comodo gestire le cose nel modo in cui sono state gestite. Per restare al tema dei rifiuti prodotti, basta pensare che trasportare i materiali di scarto all’estero genera un giro d’affari da cui guadagnano in molti, e di conseguenza si è preferito privilegiare il piccolo guadagno nell’immediato a vantaggio di pochi invece che l’interesse dei cittadini nel lungo periodo.
Io però voglio essere positivo e pensare che, semplicemente, nessuno ha ancora avuto un’idea del genera perché nessuno era al corrente di quanto fatto a Oslo, a Copenaghen e per la verità in decine di altre città in giro per il mondo.
Si parla sempre di ecologia: io credo che l’Ilva sarebbe l’ambito perfetto per dimostrare di esserlo veramente” conclude Bruno Bella.
Per maggiori informazioni: info@vibecosrl.it