Lo zaino di Impagnatiello, il coltello con cui ha ucciso la compagna e la pellicola usata per avvolgerne il corpo
Andavano innanzitutto in cerca dell'arma del delitto i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche (Sis), entrati ieri nell'appartamento di via Novella, a Senago, dove è stata uccisa Giulia Tramontano. Gli investigatori hanno trovato sul forno della cucina il ceppo di coltelli indicato dal reo confesso Alessandro Impagnatiello. Le lame erano tutte presenti, inclusa quella che il barman 30enne ha indicato come arma del delitto. Le analisi confermeranno se si tratti effettivamente del coltello usato per uccidere Giulia.
Nella casa di Senago è stato sequestrato anche lo zaino di Impagnatiello, in pelle, quello da cui i carabinieri già il giorno in cui il 30enne denuncia la scomparsa di Giulia sentono emanare puzza di benzina. Ed è anche lo zaino in cui l'altra donna legata sentimentalmente al barman dell'Armani Bamboo nota uscire un paio di guanti in lattice.
I carabinieri del Sis, prima dell'appartamento in cui viveva la coppia e in cui - per ammissione di Impagnatiello - la sera di sabato 27 maggio si è consumato l'omicidio di Giulia Tramontano, e poi nel garage e nella cantina dove il barman 30enne ha confessato di aver nascosto il corpo della compagna, prima di gettarlo in un’intercapedine dietro a dei box a qualche centinaia di metri di distanza, in via Monte Rosa. Nell'abitazione, trovata ordinata e pulita "con cura maniacale", il luminol ha rivelato però “moltissime tracce ematiche e biologiche”. Quelle più evidenti nel salone, dove il 30enne ha detto di aver ucciso Giulia, prima di adagiarne il corpo nella vasca da bagno dove ha tentato di dargli fuoco con dell'alcol.
I rilievi tecnico-scientifici della sezione investigazioni scientifiche, spostatosi ieri sera al piano interrato, ha dato esito positivo anche su cantina e garage, dove Impagnatiello ha nascosto e tentato una seconda volta di bruciare il corpo di Giulia Tramontano.