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Si è aperta lunedì scorso, la 37ma edizione di Enada, principale fiera del gioco pubblico in Italia. Il convegno di apertura, moderato da Fabio Felici, direttore di Agimeg, ha visto la partecipazione di figure di rilievo del settore e delle istituzioni.
Ad aprire i lavori è stato il presidente di Italian Exhibition Group, Maurizio Ermeti, che ha sottolineato l'importanza strategica della fiera: "Enada e con lei, Rimini Amusement Show, sono eventi che hanno trovato in Rimini la location ideale per crescere e svilupparsi, diventando una piattaforma strategica di business per l’Italia, l’Europa e il resto del mondo. Dimostrazione ne è il fatto che nell’edizione 2025 sono raddoppiate le aziende estere". Ermeti ha poi evidenziato l'impegno verso l'innovazione e il supporto alle start-up: "Abbiamo dato particolare impulso alle start-up e ai giovani imprenditori con l’Innovation District, un punto di scambio di idee che potrà fornire risposte a un settore in costante e veloce trasformazione".
Il presidente di Sapar, Domenico Distante, ha ribadito la storica collaborazione tra l'associazione e la fiera di Rimini: "La partnership tra Sapar e fiera di Rimini va avanti da tantissimi anni. Ciò ci rende molto orgogliosi. Oggi è un momento difficile per il comparto e quindi inauguriamo questa manifestazione con l’auspicio di migliorare. Ringrazio ovviamente tutti gli espositori presenti che fanno tanti sacrifici per essere qui. Voglio ringraziare in particolare modo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per partecipare a questa fiera con uno stand e l’importante presenza della dottoressa Elisabetta Poso. Il mio ringraziamento va anche alle istituzioni che sono presenti a questo evento". Distante ha poi sottolineato il ruolo fondamentale delle istituzioni e ha difeso la legalità del settore: "Ribadisco nuovamente che il nostro settore è legale ed è svolto in concessione dallo Stato. Va trattato con rispetto e auspico che le istituzioni si rivolgano agli esperti del settore per conoscerne le complessità".
L'assessore alle politiche sociali del Comune di Rimini, Francesco Bragagni, ha portato il saluto dell'amministrazione: "Ringrazio l’IEG che ci ospita a questa importante fiera. Porto il saluto della nostra amministrazione a tutti i presenti oggi e il ringraziamento di aver scelto nuovamente il nostro comune. Rimini è felice di accogliere questa realtà che è in espansione e proprio per questo necessità di normative al passo coi tempi e che permetta di fare business agli operatori di questo settore. Il gioco sta diventando sempre più importante dal punto di vista economico, come dimostrano le tante presenze di operatori Esteri.". L' assessore Bragagni ha poi sottolineato l’importanza economica del settore e l’impegno della città per destagionalizzare il turismo: "Stiamo investendo molto, cercando di far comprendere che Rimini ha tanto da offrire anche nella stagione invernale. Rimini è una città che ha saputo rinnovarsi e ampliare i propri orizzonti, a dimostrazione di ciò ci sono le 4 importanti fiere che si sono tenute dall’inizio del 2025.Rimini sta cercando di farsi trovare sempre pronta al cambiamento e credo che la nostra città possa ospitare al meglio tutti gli operatori del settore. Ovviamente questo comparto crea divisione, ma non credo che bisogna guardarlo con paura o demonizzarlo, anzi è necessario avere un approccio positivo al comparto e limitare gli aspetti negativi".
Elisabetta Poso, direttrice dell’Ufficio Apparecchi da Intrattenimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha evidenziato la vicinanza dell’ente alla filiera: "Ringrazio l’invito e partecipiamo con molto piacere a questa manifestazione. Siamo presenti anche per rappresentare la vicinanza alla filiera perché è il braccio operativo del gioco pubblico, poiché attraverso essa riusciamo ad offrire il gioco legale. Inoltre, partecipiamo anche per conoscere tutte le innovazioni che gli operatori presentano durante la fiera, soprattutto in vista del riordino. In particolare gli apparecchi hanno bisogno di una modernizzazione dal punto di vista tecnico e normativo".
Jason Frost, presidente di Euromat, ha chiuso il convegno di apertura sottolineando l’importanza dell’innovazione nella regolamentazione: “Ringrazio per l’invito a partecipare a questa importante Fiera. Euromat è alla quarta partecipazione e ciò ci onora immensamente. L’innovazione fa parte della regolamentazione e serve anche per la protezione dei giocatori. Inoltre, una normativa chiara e certa è necessaria anche per poter permettere una pianificazione di business da parte degli operatori". Frost ha poi affrontato il tema del gioco online, evidenziando le difficoltà nella tutela dei consumatori: "L’industria si sta orientando sempre più verso l’omnichannel. Gli operatori presenti sul territorio e che sono presenti anche online possono avere un rapporto più diretto con i clienti e con l’amministrazione, al contrario gli operatori online tendono a considerare le persone come account. Per il gioco a distanza è più complicato tutelare i consumatori nonostante tutte le innovazioni tecnologiche come l’IA. L’unione europea sta lavorando su un sistema che andrà a valutare tutti i siti web per eliminare offerte illegali. Ciò non riguarda esclusivamente il gioco, ma sarà uno dei settori inclusi".
Nel pomeriggio si è svolto il talk dal titolo "Il gioco pubblico sotto attacco mediatico: errori e malafede mettono a rischio imprese, posti di lavoro ed entrate erariali". Elisabetta Poso, Direttore Ufficio Apparecchi da intrattenimento di ADM, ha sottolineato la necessità di diffondere informazioni corrette su un settore complesso come quello del gioco pubblico: "Non sono un'esperta di comunicazione, ma su questo tema c'è la necessità di diffondere informazioni precise, poiché è un settore complicato. Abbiamo notato che spesso ci sono degli errori sui dati e il più comune è proprio quello della confusione tra raccolta e spesa. Inoltre, si sa che una notizia negativa fa molto più scalpore rispetto ad una positiva - ha poi aggiunto Poso -. Dal mio punto di vista c'è la necessità di normalizzare il settore anche a livello mediatico e trattarlo come qualsiasi altra industria”.
Geronimo Cardia, Presidente di Acadi, ha evidenziato la frammentazione normativa: “Ringrazio la Sapar che negli anni sta tenendo il punto e che ci convoca a questa manifestazione. Il dato da rilevare è che c'è una presenza non completa del settore. Il settore è composto da 33 tipologie di giochi, ma il problema molto grande a livello mediatico non riguarda tutto il comparto del gioco pubblico, ne riguarda solo una parte. Oggi c'è un dibattito forte sul riordino del gioco fisico, ma è solo tra istituzioni perché gli operatori non sono presenti - ha proseguito Cardia -. C'è uno stato centrale che ha dato delle regole e degli enti che hanno legiferato in vari modi, ma solo ed esclusivamente a riguardo delle slot. Credo che chi gestisce gli apparecchi debba compattarsi e capire la delicatezza del problema. Negare che esista un tema sanitario significa prestare il fianco a chi invece si sta mettendo di punta per gestire questo problema. Credo che il confronto tra posizioni diverse sia fondamentale. Oggi ad un tavolo tecnico si stanno confrontando lo Stato e gli enti locali. In questo momento le Regioni stanno puntando i piedi affinché non venga smantellato il sistema di distanziometro e limiti orari che sono applicati fondamentalmente solo agli apparecchi da intrattenimento. Lo Stato sta chiedendo invece di risolvere un grande problema, quello di non riuscire a fare la riforma perché le diverse normative regionali e comunali non permettono di fare le gare. Questo va detto e tutti gli organi di informazione devono dirlo. Se si analizzano i dati, la spesa dei giocatori per gli apparecchi dal 2015 al 2023 è crollata di 2 miliardi, mentre la spesa per altri giochi è aumentata di 4 miliardi di euro”.
Gianmaria Chiodo, Presidente di CNI, ringraziando Evada ha affrontato il problema dell'accesso ai servizi bancari: "Il problema delle banche è molto profondo e quindi esorto tutti a mettere una firma per la nostra iniziativa così da poter arrivare fino alle istituzioni. Non è il codice etico a fare bloccare i nostri conti, ma dal momento che i gestori versano molto denaro, gran parte per conto dello Stato, potrebbero superare il massimale di rischio. Ad un nostro associato hanno chiesto un investimento di 3 milioni di euro nella banca per poter aprire un conto. Dunque, non è problema etico ma solo di volontà e di soldi. Lo Stato, visto che vuole che il denaro sia giustamente tracciato, deve mettere in condizione l'operatore di poterlo fare. È inutile continuare ad attaccare il nostro sistema che ci invidiano in tutto il mondo. Andrebbe solo messo in condizione di poter lavorare senza ostacoli. Il nostro è un comparto pulito e sano e non lo trovo corretto che lo si faccia passare come un problema per lo Stato, quando portiamo all'Erario oltre 13 miliardi di euro. A mio avviso, per fare un riordino serio, le istituzioni devono confrontarsi con tutte le associazioni di gestori e di esercenti. Devono essere sentiti per fare delle normative che non impattino negativamente sul settore”.
Emmanuele Cangianelli, Presidente di EGP-Fipe, ha chiesto maggiore collaborazione istituzionale: "Una ventina di anni fa abbiamo vissuto un momento nel quale le istituzioni erano partner anche nelle campagne di comunicazione. Purtroppo, sono molti anni che questo non accade più. Sembra sia stato dimenticato che ogni punto vendita di gioco legale è in concessione. È necessario un maggior contributo anche dalla parte pubblica con campagne istituzionali e di informazione, come ad esempio sul registro di autoesclusione, strumento utile per tutelare il consumatore. L'informazione sta vivendo un periodo complicato e quindi diventa sempre più importante fare squadra tra operatori e addetti ai lavori di questo settore. Un esempio in questo senso è sicuramente la raccolta firme contro la discriminazione attuate dalle banche nei confronti di chi opera in questo settore". In conclusione, il numero uno di EGP-Fipe ha dichiarato: "La prima cosa da fare su ogni tavolo è quella di fare chiarezza. Strumenti come distanziometro e limiti orari si sono rivelati inefficaci, ma continuano ad essere al centro dell'attenzione. Per quanto riguarda il problema delle banche c'è una complessità maggiore: si tratta di rapporti tra privati. Tuttavia, dato che quel denaro appartiene già allo Stato andrebbero trovate delle soluzioni. Inoltre, a livello mediatico è necessario fare squadra e fare comunicazione agli interlocutori corretti. Non sono convinto che sia utile ribattere ad ogni articolo che viene fatto contro il gioco, anche perché credo che sia impossibile farlo”.
Gennaro Parlati, Presidente di Acmi e SGI, ha criticato la scarsa attenzione alla comunicazione: "Perché nascono questi attacchi al settore? Lo si fa solo per fare politica e tenere in vita le associazioni per la tutela dei consumatori. Ciò è stato reso evidente dalle dichiarazioni di Elly Schlein, quella è pura campagna elettorale per attaccare il Governo. Il nostro settore ha una pecca: abbiamo investiti pochi di soldi in comunicazione. Forse sarebbe necessario investire nella comunicazione sana per fare arrivare il messaggio di tutto il lavoro che c'è dietro alla filiera. Spero che il riordino sia condiviso tra istituzioni e operatori di settore. Purtroppo veniamo coinvolti poco e probabilmente, per evitare errori, sarebbe necessario confrontarsi con noi. Se non si scioglie il nodo con le Regioni non si andrà da nessuna parte. Forse la chiave di volta potrà essere un prodotto ancora più tecnologico per dare le garanzie di sicurezza che chiedono le Regioni”.
Domenico Distante, Presidente di Sapar, ha denunciato la cattiva informazione: "l gioco pubblico continua ad essere sotto attacco dai media. Non è una novità purtroppo, perché già dal 2004 il settore è stato visto dalla stampa nazionale in maniera negativa. Fare informazione è molto difficile e sappiamo che molto spesso le notizie vengono pubblicate senza la dovuta verifica delle fonti. Purtroppo, questa cattiva informazione porta a leggi limitanti per il gioco. Gli enti locali infatti hanno messo in atto legislazioni che impediscono di lavorare con dignità". Secondo Distante, "Il giornalista dovrebbe ricercare le fonti e capire il funzionamento delle cose. Molti giornalisti della stampa nazionale confondono ancora la raccolta con la spesa. Questi errori sono fuorvianti per l'opinione pubblica ed è molto più semplice buttare fango su questo settore piuttosto che comprenderlo. Molti dimenticano che quello del gioco è un settore in concessione dallo Stato ed è del tutto legale. Prego la stampa, prima di pubblicare le notizie, di informarsi in modo serio poiché, come detto, questi articoli possono portare a problemi seri sotto vari aspetti”. Il Presidente Distante ha poi evidenziato il problema delle banche: "L'idea della raccolta firme è nata con Pasquale Chiacchio (AGSI) per portare alla luce delle istituzioni il continuo attacco delle banche a chi lavora in questo settore. Ci sono aziende che hanno visto rifiutare le linee di credito solo perché appartenenti alla nostra categoria. Il sistema delle banche inibisce a poter continuare la pratica di apertura del conto appena viene inserito il codice Ateco. All'inizio era una sola banca, ma adesso il problema sì sta allargando a macchia d'olio. È una cosa che ormai va avanti da tempo e pensiamo che debba finire il prima possibile. Dunque, questa manifestazione ci sembrava ideale per presentare questa denuncia poiché riguarda tutti gli operatori del settore. Ricordo che il conto corrente è fondamentale per poter svolgere la nostra attività e fare restare tutto tracciato", ha anche dichiarato il numero uno dell'Associazione nazionale gestori gioco di stato. Infine, Distante ha affermato: "Sul riordino c'è ancora una distanza importante tra Governo ed enti locali. Ancora oggi ci sono comuni che regolano in maniera sempre più stringente il settore. Tutto questo è assurdo perché non possiamo combattere con ogni singolo Comune italiano che fa normative solo ed esclusivamente contro il settore degli apparecchi. Per concludere, voglio ringraziare i relatori, in particolare modo la dottoressa Poso di ADM, ogni espositore presente ad Enada e ovviamente tutti i delegati Sapar che mi onoro di rappresentare”.
Claudio Bianchella, consulente As.Tro della Sezione Puro Intrattenimento, ha presentato un'iniziativa per la formazione gratuita degli operatori di sala: "Grazie ad una collaborazione con l'Università Bicocca, l'ATS e l'associazione Astro abbiamo messo in atto una partnership che ha permesso ai ricercatori dell'università di studiare le sale giochi al fine di mettere in piedi una formazione facoltativa gratuita per gli operatori di sala ai quali verranno indicati i diversi fattori di criticità. Questo è un esempio di collaborazione tra enti diversi e credo sia importante che la filiera dimostri di avere tutto l'interesse per contenere il problema della ludopatia. Ovviamente questo non risolve il problema che è più profondo e complesso, ma è una iniziativa che va verso la comunicazione del nostro impegno su questo aspetto. È importante fare emergere tutto quello che di buono facciamo. Auspico ovviamente la nostra presenza nei tavoli in cui si discute nel riordino. La speranza più importante è che la riforma sia sostenibile per le piccole e medio imprese del gioco. Il punto di scontro focale tra Regioni e Stato sono il distanziometro e i limiti orari. Penso che seppure dovessero rimanere questi strumenti, spero che siano uniformi e sostenibili”.
Lorenzo Allegrucci, di Milano Finanza, ha spiegato l'importanza del rating di legalità: “È un'attestazione rilasciata dall'AGCM che esprime un giudizio sulla qualità della governance aziendale e del personale. Questo rating lo possono richiedere tutte le aziende private, ma ci sono dei requisiti: fatturato di 2 milioni di euro minimo, due anni almeno di iscrizione al registro delle imprese e che abbiano sede nel territorio italiano. L'AGCM, dopo la domanda, avvia un dialogo con il richiedente e se mancano i requisiti non prosegue con la richiesta - ha spiegato Allegrucci -. Quali sono i requisiti di base per accedere a questo rating? Assenza di condanne per delitti non colposi negli ultimi 5 anni, organizzazione aziendale (ad esempio adozione mod. 231). I numeri per le aziende in possesso di questo rating sono molto elevati. I benefici di questo rating sono la facilitazione dell'accesso al credito; punteggi aggiuntivi per partecipazione a gare e finanziamenti e riduzione sino al 50% dell'importo delle fideiussioni; incremento del capitale reputazionale; rafforzamento e misurabilità del driver G di Governance (ESG). Ovviamente, queste sono solo le cose principali”. Allegrucci ha infine dichiarato"Le imprese che sono maggiormente attente, nel tempo generano maggiore ricchezza. Questo è un dato empirico. Con il rating di legalità si pone allo Stato un ulteriore problema poiché sarebbe ancora più grave non concedere una linea di credito ad un operatore in possesso di tutti questi requisiti”.
Pasquale Chiacchio, Presidente di AGSI, ha concluso sottolineando la gravità del problema bancario: “Ringrazio il presidente della Sapar, Domenico Distante, per l'invito e per la messa a disposizione di una sede per raccogliere le firme sul problema delle banche. Prima di tutto però, voglio ringraziare la comunicazione di settore perché grazie a questa il settore ha una voce. La comunicazione negativa la considero relativamente perché so qual è la realtà dei fatti. Lo Stato ci chiede di rispettare le regole, cosa che siamo abituati a fare. Purtroppo, non riuscendo ad aprire i conti corrente non possiamo fare tutte le pratiche richieste. Le banche negano finanziamenti anche per le necessità private come l'acquisto di una casa o una macchina. Questo è un problema grave perché mette in crisi una filiera di oltre 100mila lavoratori. Tutto questo potrebbe spingere gli operatori e lavoratori verso l’illegalità. Capisco che le banche sono società private, ma svolgono un servizio pubblico e dovrebbe essere garantito. Credo che nei contratti con l'ADM debba essere inserita una mora affinché ci sia l'impegno a mantenere una linea di credito per l'operatore e che la sua presenza sia garantita dall'agenzia stessa. Far vedere i numeri alla politica e la gravità di questo problema potrebbe essere importante per raggiungere i risultati che tutti sperano. Dunque, invito tutti gli addetti ai lavori a firmare questo documento. So che questo non risolverà tutto, ma è un primo passoLe banche negano finanziamenti anche per necessità private, come l'acquisto di una casa, mettendo in crisi un'intera filiera. Chiedo alle istituzioni di intervenire affinché gli operatori abbiano accesso ai servizi bancari fondamentali per lo svolgimento delle loro attività”.