L'ad all'Adnkronos, "in Sardegna abbiamo creato il nostro laboratorio di sperimentazione, dal 2022 testeremo idrogeno verde". La transizione energetica e digitale, spiega Gallo, "è fondamentale per rilancio Paese".
"L'idrogeno verde permetterà di dare flessibilità al sistema elettrico". Ad affermarlo, in un'intervista all'Adnkronos, è l'ad di Italgas, Paolo Gallo spiegando che "il tema dell'idrogeno verde nasce dal fatto che in un futuro neanche troppo lontano la maggioranza delle fonti di produzione di energia elettrica saranno rinnovabili. Già nel corso del 2020 a livello Ue, osserva, "la produzione da fonti rinnovabili ha superato quelle da fonti tradizionali. Un fenomeno, questo, dovuto sia al calo dei consumi legato alla pandemia sia ad una maggiore efficienza; è comunque un segnale molto importante in prospettiva. Dal momento in cui le fonti rinnovabili dovessero raggiungere e superare l'80% della produzione elettrica - rileva – bisognerà affrontare e gestire la perdita di flessibilità del sistema elettrico".
Oggi, sottolinea, "la flessibilità dei sistemi elettrici viene garantita dalle centrali convenzionali alimentate con i combustibili fossili in grado di adattare la loro produzione aumentandola o riducendola in funzione della domanda di energia elettrica. Quando queste centrali non fossero più presenti il sistema elettrico presenterebbe delle criticità in termini di flessibilità: e qui che viene in aiuto l'idrogeno verde. Il surplus di produzione rinveniente dalle fonti rinnovabili viene utilizzato per la produzione di idrogeno prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua, stoccando così questa energia nel vettore idrogeno per averla poi a disposizione quando il sistema ne ha bisogno in luoghi e tempi diversi”.
La soluzione batteria, spiega ancora Gallo, "non è una soluzione attuale: per ragioni dimensionali, per poter modulare un sistema elettrico nazionale sarebbero necessari numerosi campi di calcio da riempire con batterie. Inoltre la disponibilità di metalli rari che queste batterie richiedono è concentrata in pochi paesi esteri, rischiando così di passare da una dipendenza di idrocarburi a un'altra dipendenza".
"L'idrogeno che si ottiene dall'elettrolisi dell'acqua utilizzando il surplus da fonti rinnovabili - sottolinea Gallo - è la maniera più semplice e praticamente illimitata in termini dimensionali per recuperare la flessibilità che il sistema elettrico progressivamente perde man mano che le fonti rinnovabili prendono il posto delle fonti convenzionali. L'idrogeno si può bruciare in una centrale che oggi brucia gas metano oppure utilizzarlo direttamente quale combustibile primario per usi civili e industriali: tutto questo è possibile solo se esiste l'infrastruttura per la distribuzione del gas".
Le fonti rinnovabili, rileva l'ad di Italgas, "sono sparse sul territorio, decentralizzate. Nel momento in cui producono idrogeno hanno bisogno di una rete in prossimità dove immetterlo: il ruolo del distributore viene ulteriormente amplificato perché ha una rete capillare, distribuita su tutto il territorio. Il distributore per accogliere questa produzione di idrogeno da fonti rinnovabili deve digitalizzare la rete, per conoscere in tempo reale il mix di gas sta transitando, e deve rendere la rete stessa flessibile (concetto di 'reverse flow')".
Lo stesso concetto, spiega Gallo, "vale per la produzione di biometano. Proprio per questo serve una rete intelligente, digitale, flessibile, che abbia la possibilità di invertire i flussi (reverse flow); una rete monitorata e gestita da remoto nel caso in cui si debba correggerne l’assetto". Proprio per questo nel piano strategico di Italgas, che prevede un programma di investimenti di 7,9 miliardi di euro, l'accento è stato messo proprio sulla digitalizzazione. L'obiettivo del piano che è stato presentato il 15 giugno è quello di completare nel 2022 la trasformazione digitale degli asset. Alla digitalizzazione delle reti di Italgas e degli impianti sono stati infatti destinati oltre 2 miliardi, la metà dei quali sono stati già spesi. "La trasformazione digitale è il cuore del nostro piano", aggiunge ancora Gallo.
In Sardegna, rileva ancora Gallo, "abbiamo creato un laboratorio di sperimentazione che ci permetterà dal 2022 di testare le nostre nuove reti con l'idrogeno che produrremo utilizzando energia rinnovabile". Il progetto pilota, spiega, "rappresenta un investimento di 15-20 milioni di euro. Produrremo, partendo dall’acqua, ossigeno e idrogeno verde (20 tonnellate l’anno di H2 nella prima fase per poi arrivare a 34 tonnellate annue al 2028), e una sezione di metanazione per testare la produzione di metano sintetico. Si tratta di un progetto unico nel suo genere in Italia per taglia (impianto fotovoltaico da 1000 kW e un elettrolizzatore da 500 kw) e per peculiarità e ha attirato l’attenzione di molti operatori, non soltanto nel nostro Paese".
L'impianto, aggiunge, "produrrà idrogeno. Lo stoccheremo e in parte lo immetteremo nelle nostre reti di distribuzione di gas metano. In parte lo utilizzeremo per testare un altro processo combinando idrogeno con anidride carbonica che creerà un gas naturale sintetico che immetteremo nella nostra rete miscelandolo con gas naturale e idrogeno".
Insomma, in Sardegna, "creiamo un vero e proprio laboratorio di sperimentazione per testare la presenza in rete di miscele di idrogeno, gas naturale, gas sintetico e biometano. E' un processo coerente con la visione europea: la Commissione Europea infatti ha sostenuto che le reti in futuro dovranno essere in grado di gestire gas diversi. Mettiamo in pratica proprio questo: produciamo questi gas diversi, li immettiamo nella rete e verifichiamo che tutto funzioni secondo le nostre aspettative". Questo progetto, aggiunge, "è un progetto scalabile e soprattutto replicabile".
Il Pnrr da oltre 191 miliardi di euro, spiega ancora l'ad di Italgas, "è estremamente interessante: più della metà, circa 100 miliardi, sono dedicati a due aree che sono fondamentali per il rilancio del Paese: la transizione energetica e la transizione digitale. E a noi fa particolarmente piacere perché sono i due pilastri del nostro piano strategico 2021-2027". Infatti, rileva Gallo, "noi vediamo la transizione digitale e la transizione energetica profondamente connessi, profondamente compenetrati tra di loro. Non si fa l'uno se non si fa l'altro". Per il numero uno di Italgas, infatti, "se non ti evolvi dal punto di vista digitale non si riuscirà a cogliere appieno la transizione energetica e a raggiungere gli obiettivi che l'Ue ha fissato per il 2050".
Intanto Italgas sta concludendo l'installazione dei contatori intelligenti. "L'installazione - sottolinea - è praticamente terminata. Ne abbiamo già sostituiti quasi 8 milioni e ne restano circa 200 mila da sostituire. Ora stiamo già pensando alla prossima generazione di contatori e insieme ai nostri fornitori stiamo già sviluppando tutta una serie di nuove funzionalità relative alla durata della batteria, alla cybersecurity, alla gestione di gas diversi come l’idrogeno". La prossima generazione di contatori intelligenti, rileva ancora Gallo, deve farci fare un ulteriore passo in avanti. "Sulla base dell'esperienza maturata in questi ultimi anni e con le tecnologie che saranno disponibili stiamo già ridisegnando i futuri contatori intelligenti. Inizieremo a testarli nei prossimi anni e saranno pronti quando dovremo sostituire quelli che abbiamo installato nel 2014, 2015. I contatori della prossima generazione includeranno ulteriori funzionalità rispetto a quelle attuali", sottolinea.