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Caffè, Stoppani: "Nel mondo supera i 3 euro a tazzina"

"In nessun'altra parte del mondo si trova ai prezzi italiani"

Tazzina di caffè
Tazzina di caffè
23 gennaio 2025 | 13.09
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"In nessun'altra parte del mondo trovi il caffè ai prezzi italiani. Ci sono prezzi ben più alti rispetto a quelli che mi ha indicato." Così Lino Stoppani, presidente di Fipe, vicepresidente di Confcommercio e della Banca Popolare di Sondrio, risponde all'Adnkronos, entrando nel dibattito acceso da Jovin Semakula, Ceo di Mdl. Società Benefit. Semakula che avevava lanciato un allarme a difesa della filiera produttiva del caffè: "In Italia si consumano 95 milioni di tazzine di caffè al giorno, ma manca la cultura dietro la tazzina. Il consumatore non conosce il valore del prodotto che ha tra le mani", aveva affermato all'Adnkronos Semakula. Da qui, la sua provocazione: "Il giusto prezzo per un caffè? Fino a 2,50 euro", aveva detto la Ceo.

Secondo Stoppani, indicare un prezzo preciso è rischioso, soprattutto per chi ricopre un ruolo istituzionale, poiché la determinazione dei prezzi dipende esclusivamente dal mercato. "Il costo di un caffè – ha spiegato – è il risultato di molteplici fattori, dalla struttura dei costi alle aspettative di guadagno, passando per il contesto economico''. Il presidente evidenzia come il prezzo del caffè sia influenzato da una serie di aumenti significativi: "Non si tratta solo dell'incremento del costo della materia prima ma di una serie di costi a monte e a valle, come quelli per il personale, l’energia e la gestione delle attività''.

Un esempio significativo, sottolinea, è l’aumento dei salari in seguito al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, resosi necessario per arginare la carenza di personale nel settore. "I costi energetici e le spese di manutenzione - dice - hanno subito un’impennata, rendendo inevitabile il ritocco dei prezzi al consumo, già visibile in molte realtà: in alcuni bar, il costo del caffè ha superato 1,30 euro e, in contesti internazionali, i prezzi sono spesso superiori a 3 o 4 euro", evidenzia. Il caffè, prosegue, non è solo un prodotto economico: è un simbolo della cultura italiana e un elemento centrale della rete dei pubblici esercizi, con oltre 330 mila locali in tutto il Paese. "Il caffè – dice – è molto più di una semplice bevanda. È un elemento identitario, un prodotto civetta che fidelizza la clientela e consolida il valore del locale''.

Un caffè servito con cura, magari accompagnato da un cioccolatino o una brioche di qualità, contribuisce a creare un’esperienza che va oltre il consumo. "Il bar italiano - conclude - non è solo un luogo di ristoro, ma un centro di socialità e cultura, un riferimento per la comunità. Pensiamo ai caffè letterari o al ruolo storico dei bar nella vita quotidiana e sociale del nostro Paese''. (di Andrea Persili)

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