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Governo, i paletti di Renzi a Conte: "Senza accordo, lasciamo"

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28 dicembre 2020 | 20.20
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"Servizi segreti, Tav, Mes... su questi punti non torniamo indietro". Matteo Renzi in conferenza stampa al Senato fissa i punti irrinunciabili per Italia Viva sul Recovery. In realtà i punti di disaccordo sono ben 61, ma sono anche accompagnati da controproposte racchiuse in un piano che si chiama 'Ciao', acronimo di cultura, infrastrutture, ambiente, opportunità. Dentro non ci sono grandi sorprese. Le richieste di Renzi sono quelle anticipate nei giorni scorsi, a partire dal Mes. "Ora la palla è a Conte. Se su questi punti troveremo un accordo, bene. Altrimenti le ministre e il sottosegretario Scalfarotto lasceranno. Dovranno fare a meno di noi, auguri".

Una nuova puntata, insomma, nelle fibrillazioni di governo. Oggi c'è stata la consegna dei documenti sul Recovery da parte della maggioranza dopo il giro di 'consultazioni' con il premier Conte. Documento, quello di Iv, che Renzi ha appunto illustrato in conferenza stampa. Ora si aprirà una fase di confronto al Mef con il ministro Roberto Gualtieri sui saldi del Recovery (Renzi ha annunciato che la delegazione Iv andrà mercoledì mattina) e dopo dovrebbe arrivare il momento della sintesi politica con il presidente del Consiglio. E questo passaggio, si dice in ambienti della maggioranza, è verosimile slitti ormai a dopo Capodanno.

La crisi strisciante continua. Renzi boccia la proposta Conte del Recovery senza mezza termini: "E' un collage raffazzonato senza anima e senza ambizione". Lancia le controproposte del piano 'Ciao' che prevede anche lo Ius Culturae e la difesa del garantismo. "Chiediamo al governo un salto di qualità, perchè questo piano così com'è è deludente", ribadisce il leader di Iv ed "è una questione da risolvere in queste settimane, non si può tirare troppo per le lunghe", aggiunge confermando un orizzonte temporale che non è proprio brevissimo.

Anche Leu ha consegnato il documento sul Recovery e il Pd si appresta a farlo entro la serata. Ma rispetto al giudizio senza appello di Renzi, i dem si smarcano. "Non è tutto da rifare", ha precisato Nicola Zingaretti rispetto a ricostruzioni di stampa. "Il Pd su richiesta del presidente del Consiglio sta lavorando a un documento da consegnare prima della riunione del Consiglio dei ministri che lo dovrà adottare per poi iniziare l'iter parlamentare. Sono settimane che lavoriamo per contribuire a scelte strategiche per l'Italia. Lo abbiamo fatto sempre in maniera costruttiva e responsabile, continuiamo e continueremo a farlo con questo spirito".

Le osservazioni del documento dem ricalcano quelle già portate a Conte nell'incontro della settimana scorsa compresa la richiesta di attenzione sulle riforme del lavoro. "Si rischia di arrivare al termine del blocco dei licenziamenti senza una riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive che abbiamo posto più volte al tavolo di maggioranza sul programma di governo". Quanto alla governance, l'indicazione del Pd è che non sia sostitutiva ma di supporto alla Pa.

Il documento di Leu pone l'accento in particolare sulle infrastrutture sociali e la sanità di cui il capodelegazione Roberto Speranza è titolare. "Nel documento abbiamo ritenuto fondamentale riaffermare che i fondi destinati alla sanità, pari ad appena 9 miliardi, sono largamente insufficienti".

Dietro ai documenti e le indicazioni di merito, resta la minaccia dello show down confermata anche oggi da Renzi. Senza accordo, Iv lascia. Anche se Renzi precisa con i cronisti che il piano 'Ciao' non vuole essere un anticipo del saluto a Conte. "Si era pensato anche di usare l'acronimo Goal: giovani, opportunità, ambiente, lavoro...", dice ai cronisti e a chi gli chiede della possibilità di voto anticipato in caso di crisi e un'eventuale lista Conte evocata, tra gli altri, da Goffredo Bettini, Renzi risponde con scetticismo.

"Dico che un'alleanza elettorale con chi dice no al Mes, no all'alta velocità, sì al giustizialismo e no alla crescita, faccio un po' fatica a farla. Se però il Pd si trova bene, ciascuno può cambiare... Penso, indipendentemente dalle valutazioni su Raggi a Roma, che oggi bisognerebbe mettersi attorno a un tavolo e decidere come concludere la legislatura. Non farei una discussione sul futuro, poi se la gente vuol votare con un'alleanza Pd-M5s, la trovo singolare soprattutto per gli elettorati...".

Dai 5 Stelle, Renzi oggi ha preso ancora una volta le distanze: "Questo piano è impregnato di cinquestellismo giustizialista nel momento in cui si parla della prescrizione. Noi partiamo dalla cultura: no al manettarismo di seconda mano di alcuni membri di questa coalizione". E poi un altro affondo: "Sull'alta velocità non facciamo sconti a nessuno. L'unico vero attacco al governo lo ha fatto il M5S non votando il parere sull'alta velocità. Non siamo noi a complottare contro il governo, ma è chi dice 'no' all'alta velocità che complotta contro l'Italia".

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