"Con il Movimento 5 Stelle al governo il Mes non sarà mai attivato". Così il deputato M5S Filippo Scerra, intervenendo in Aula alla Camera dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Il Mes, ha rimarcato il pentastellato, è stato utilizzato "come pretesto per mettere in difficoltà maggioranza e governo".
"E' giusto dire in maniera chiara che questo non è un voto per attivare il Mes. Non è neanche un voto per ratificare la sua riforma, che avverrà nell'arco del 2021 e sulla quale ci riserviamo di fare le opportune valutazioni alla luce dell'avanzamento dei lavori relativi alla modifica del Patto di stabilità, a Edis e alla costruzione di una nuova stagione dell'integrazione europea. E' un voto per dare mandato pieno al nostro presidente Giuseppe Conte", ha aggiunto Scerra.
Sono sei i deputati M5S che interverranno in Aula a titolo personale, in dissenso dal proprio gruppo, sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Si tratta di Andrea Colletti, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Pino Cabras, Alvise Maniero e Mara Lapia.
"Il no al Mes sanitario è una scelta davvero europeista visto che si aggiunge al no di tutti i Paesi della Ue, dove di Mes sanitario non si discute nemmeno". Così il capogruppo M5S Davide Crippa, intervenendo in Aula alla Camera.
"Non si può dire votiamo sì perché poi voteremo no. Il vostro parlare sia sì sì, no no, il di più viene da Berlino", ha affermato Cabras, parafrasando una frase del Vangelo, annunciando in dissenso dal proprio Gruppo il voto contro la riforma del Mes.
"Voterò contro questa risoluzione, che è sbagliata" perché "danneggia l'Italia e appesantirà quella spada di Damocle che i Paesi frugali continuano a far prendere sul nostro Paese", ha affermato Alvise Maniero, deputato M5S, intervenendo in Aula in dissenso dal proprio gruppo sulla riforma del Mes. "Io non indebolirò lei - ha detto rivolgendosi al premier Conte - e non voterò mai contro il mio Paese".
"Il problema non è se chiederemo l'attivazione ma che autorizzando l'attivazione del Mes, la Bce si riterrà autorizzata all'inizio del 2022 a ridurre l'acquisto dei titoli di debito pubblico e qualora dovesse succedere, con l'aumento dei tassi di interesse, un governo tecnico si troverà a supplicare la tutela del Mes. Con la sua firma lei rischierà infatti di non essere più alla guida del governo. Presidente, si ricordi, che i congiurati non sono quelli che pubblicamente pendono posizione, ma storicamente i congiurati sono i commensali, quelli che siedono al tavolo. Per questo non posso dare voto favorevole alla risoluzione", ha detto in Aula alla Camera il deputato del M5S Andrea Colletti.
"Votare a favore" della risoluzione di maggioranza "sarebbe un tradimento verso i nostri elettori. Non vi è stato un dialogo con noi e con i nostri attivisti, come avremmo dovuto fare. Noi volevamo smantellarlo il Mes e invece siamo qui e lo abbiamo anche peggiorato. Stiamo portando qui dentro una bomba a orologeria". Così la deputata M5S Mara Lapia, intervenendo alla Camera.
"Mentre continuiamo a chiedere responsabilità agli italiani negli atteggiamenti di tutti i giorni per superare questa pandemia, il Parlamento è il luogo dove se ne vede di meno. Spero che oggi il senso dello Stato prevalga sui personalismi e sui preconcetti; anche perché oggi non si voterà sull'utilizzo o meno del Mes. I tribunali social che sono partiti in questi giorni non sono altro che il frutto di una profonda disinformazione. In un momento così difficile per il Paese è fondamentale far arrivare velocemente le risorse europee; già sono state disegnate riforme incisive per un taglio importante sul cuneo fiscale dei redditi medi, per un paese più green e una sanità all'avanguardia. Non gettiamo tutto alle ortiche", afferma dal canto suo la senatrice Rossella Accoto, capogruppo M5S in Commissione Bilancio.