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Referendum, Orfini: "Taglio secco parlamentari mai proposto da Pd"

Referendum, Orfini:
27 agosto 2020 | 15.03
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"Leggo che alcuni esponenti del Pd per spiegare le ragioni del loro Sì al referendum utilizzano argomenti che non trovo particolarmente convincenti. Ieri Zingaretti ha giustamente evidenziato nella sua intervista i rischi di un sì senza correttivi costituzionali e senza una nuova legge elettorale. È esattamente la posizione che assumemmo un anno fa e che portò a un solenne impegno della maggioranza". Lo scrive Matteo Orfini su Facebook.

"Per un anno però non si sono fatti passi avanti e quel solenne impegno è stato disatteso. Per questo è impensabile che oggi si ritenga sufficiente replicare lo schema di allora: due interviste, qualche impegno preso a parole e intanto si vota sì. Perché appunto è un film che abbiamo già visto e che ha prodotto il nulla".

"Ancor meno convincenti le argomentazioni di merito (diciamo così) che molti altri usano. A cominciare dalla rivendicazione orgogliosa della paternità storica del taglio: 'sono decenni che la sinistra lo chiede', ripetono in coro. Oggi lo ha fatto anche il ministro Provenzano. Peccato non sia vero".

"Mai abbiamo negli anni proposto un taglio secco dei parlamentari. Ma sempre e solo -sottolinea Orfini- riforme complessive del sistema istituzionale. Ad esempio il superamento del bicameralismo paritario che avrebbe prodotto anche una riduzione del numero dei parlamentari ma appunto dentro una riforma che modificava completamente l'assetto istituzionale del paese".

"Un taglio secco senza riforme non è mai stata la proposta della sinistra. Ma è sempre stata quella del M5s, in piena coerenza con la loro visione populista e antipolitica. Ed è forse proprio questo il punto più politico. Oggi Provenzano ha spiegato che il sì per il Pd è un passaggio obbligato".

"E perché mai? Non siamo ancora confluiti nel M5s. Non ne abbiamo sposato la visione. Non siamo, come loro, per la demolizione della democrazia rappresentativa. E soprattutto siamo ancora un partito autonomo. Basta con questa orribile subalternità. No, non è obbligatorio votare sì per non disturbare Di Maio e Grillo. Ritroviamo coraggio e orgoglio. E combattiamo la nostra battaglia per il NO".

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