"Ricordo Francesco Cossiga attingendo dal mio intervento alla Commemorazione in Senato nell'ottobre 2010. Ho molti ricordi dell’intelligenza, della cultura, dell’oscillare tra determinazione e malinconia, tra l’ironia, le generose benevolenze, le robuste malevolenze, gli strappi che hanno accompagnato lo straordinario servizio di Cossiga alle istituzioni ed alla politica; sentimenti che hanno riguardato anche me, che ho goduto per anni della sua confidenza: la confidenza di un uomo così eterodosso e così incessantemente dedito al servizio delle istituzioni repubblicane e democratiche". Lo dice all'Adnkronos Francesco Rutelli ricordando Francesco Cossiga a dieci anni dalla scomparsa.
"Cossiga era un cattolico-liberale, come ben pochi nell’Italia contemporanea. Il fatto che egli abbia voluto riaffermare la sua fede e la sua fedeltà alla Chiesa cattolica sino agli ultimi atti della sua vita non può essere disgiunto dalla laicità delle scelte istituzionali e politiche che ha compiuto in tutta la sua esistenza. Era la laicità propria, specifica della sua formazione e della sua fisionomia di esponente e dirigente della Democrazia Cristiana", rimarca Rutelli.