Il leader leghista sull'arresto di un giovane nigeriano ospite nella sua chiesa: "Chissà se anche questo pusher era stato portato in piscina dal don"
"Siamo dispiaciuti per questo episodio che ha coinvolto un giovane accolto nella nostra chiesa. Diamo ospitalità a tante persone abbandonate dalle istituzioni. Sono cose da condannare che però possono capitare. Su Salvini meglio che non mi pronuncio, stendiamo velo pietoso. Valutiamo querele nei suoi confronti". Così all'Adnkronos don Massimo Biancalani dopo l'arresto del giovane nigeriano ospite nella sua chiesa (nel confessionale avrebbe nascosto eroina) e le parole del leader leghista Matteo Salvini che su Facebook aveva scritto: "Chissà se anche questo pusher era stato portato in piscina dal don".
"Da quello che so nel confessionale è stato trovato un telefono, uno smartphone ed un sacchetto. Non so altro", prosegue il sacerdote. "Per Salvini è la solita strumentalizzazione. E' lui il principale responsabile di questa situazione perché con i suoi decreti 'insicurezza', di fatto, ha portato queste persone, che vivono in condizioni disastrose, a delinquere".
"La nostra chiesa è un punto di riferimento per l'umanità, salviamo vite togliendole dalle mani di mafie e criminalità. Non facciamo le analisi del sangue a chi ci chiede ospitalità. Una persona può sbagliare, ma la criminalizzazione di Salvini è ridicola. Andremo per vie legali", conclude