Il segretario della Lega ribadisce: "Troppe attività non essenziali ancora aperte
"Non è un’influenza, è qualcosa di grave. Ci sono troppe attività ancora aperte in settori non strategici", occorre "chiudere tutte le attività che non siano di vitale importanza. Tutto il resto può fermarsi per 15 giorni per ripartire più sani e più forti". E' quanto ribadisce Matteo Salvini questa mattina su Twitter, all'indomani del nuovo bollettino fornito dalla Protezione Civile che parla di quasi 15mila contagi e 250 decessi in 24 ore.
Ospite di Canale Italia, il segretario della Lega ha poi sottolineato che "ancora adesso restano aperte troppe attività economiche non fondamentali. I ferramenta, le profumerie, le tabaccherie o le lavanderie... io non capisco per quale ragionamento restano aperte. Poi ci sono tante fabbriche che continuano l'attività anche in settori non strategici per l'economia nazionale".
Salvini afferma di "capire i molti lavoratori e artigiani che dicono 'ma lo Stato mi garantisce che finita l'emergenza sanitaria non perderò il lavoro o l'azienda?". "Ecco - ha assicurato - è su questo che stiamo lavorando in Parlamento perché ci siano le garanzie sul blocco dei mutui, degli affitti, delle cartelle esattoriali o dei processi".
"Ovviamente chiediamo al governo che chi è costretto a lavorare al servizio dei cittadini venga messo in sicurezza. Non è possibile che Polizia, agenti penitenziari o Vigili del fuoco senza mascherine o che negli ospedali manchino i camici", ha aggiunto.
Secondo il segretario della Lega "la gente sta cominciando a capire, ma non in tutta Italia", la gravità della situazione "dovrebbe essere capita soprattutto in certe città del Sud Italia. Se il virus non viene fermato o controllato e arriverà in alcune regioni del Sud, dove la sanità non ha strutture come in Lombardia o in Veneto, si rischia il disastro".