L'accusa, rivolta ai suoi ex colleghi di partito, è arrivata con un post su Facebook. "Tanti tra i 'rendicontisti' più diligenti portano in detrazione tra le spese di mandato alla Camera dei deputati i 300 euro mensili da destinare a Rousseau", attacca la parlamentare del gruppo Misto Veronica Giannone, espulsa dal M5S mesi fa. Commentando le polemiche di questi ultimi giorni sulle restituzioni degli eletti grillini, Giannone sostiene che tra i deputati M5S ci sarebbe chi "inserisce sul Tirendiconto le spese degli abiti, delle scarpe, come fossero spese di rappresentanza". Come? "Semplice - spiega -, facendo uno screenshot della spesa dall'applicazione bancaria, cancellando tutti i dati tranne data e importo e il gioco è fatto".
Interpellata dall'Adnkronos per chiarire le sue affermazioni, Giannone aggiunge altri dettagli: "Ricordo che durante una riunione al Palazzo dei Gruppi, vi fu chi si alzò chiedendo di inserire le spese di abbigliamento in rendicontazione come spese di rappresentanza. E, in altra occasione, lamentandoci con alcuni colleghi della perdita di tempo nello scannerizzare ed allegare fattura dopo fattura, o altri documenti per la rendicontazione, qualcuno disse che era più semplice e veloce fare gli screenshot delle spese effettuate, tramite l'applicazione della banca, cancellando le specifiche e lasciando solo data e importo".
Giannone poi aggiunge: "So per certo che alcuni parlamentari inseriscono la ricevuta della donazione a Rousseau tra le spese di mandato della Camera dei deputati". La deputata del Misto dice però di non poter fornire ulteriori elementi a sostegno delle sue affermazioni: "Non ho prove che documentino quanto asserisco, ma se così non fosse, rendessero pubbliche le rendicontazioni, sarei disposta a scusarmi se sbagliassi. Non credo capiterà mai", conclude.