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Piazza Fontana, Isabella Rauti: "Mio padre assolto, verità si trova altrove"

La figlia del fondatore di Ordine Nuovo, in carcere nella primavera del '72 per 55 giorni: "Basta chiamarlo in causa, assomiglia a persecuzione"

(Fotogramma)
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08 dicembre 2019 | 16.31
LETTURA: 3 minuti

di Francesco Saita

"Mio padre nel 1972 uscì dalla vicenda processuale di Piazza Fontana totalmente assolto, risultando estraneo ad ogni fatto imputato e dichiarato innocente con formula piena, rispetto a tutti i capi d’accusa formulati". Con l'AdnKronos la senatrice Isabella Rauti, figlia di Pino Rauti, a 50 anni dalla bomba alla Banca dell'Agricoltura, a Milano, preferisce non aggiungere altro: "Perché il ricorrente e confuso richiamarlo continuamente in causa - sottolinea - benché prosciolto allora e benché non più in vita, assomiglia più ad una persecuzione e ad un accanimento che ad una ricerca di verità, che evidentemente si trova altrove e non nella vita di mio padre".

Nelle carte dei processi per la strage di Piazza Fontana, il nome di Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, e poi segretario del Msi-Dn ci finì tre anni dopo l'esplosione che causo 17 morti. Nel marzo del '72, Rauti fu chiamato in causa dai giudici di Treviso per fatti di terrorismo. Poi venne incarcerato per la strage di piazza Fontana, detenuto per quasi due mesi. L’inchiesta finì in mano ai magistrati milanesi Gerardo D’Ambrosio e Emilio Alessandrini, i quali decisero di rimettere in libertà Rauti.

Lui si dichiarò sempre estraneo ai fatti contestati: "Ordine Nuovo è stata un'organizzazione che ha avuto migliaia di iscritti e che è durata quindici anni - disse anni dopo, intervistato nel 2000 - . Negli anni del grande conflitto sociale ho avuto paura che i miei ragazzi fossero vittime della violenza e anche per questo uscimmo dal mondo extraparlamentare rientrando nel Msi. Se ci fossero però stati episodi di terrorismo sarei stato il primo a combatterli''.

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