Il premier alla VI edizione delle 'Giornate del Lavoro' organizzata dalla Cgil: "Il governo deve tirar fuori un piano industriale per l'Italia"
Il premier Giuseppe Conte è arrivato oggi alla kermesse della Cgil per un ‘dialogo’ con il sindacato dal palco del Teatro Apollo a Lecce. Ad accoglierlo, il leader Cgil Maurizio Landini, il ministro per gli affari Regionali Francesco Boccia e il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e Stefano Minerva presidente della provincia. Ad attenderlo all’ingresso del teatro una folta corona di cittadini che lo ha applaudito e a cui Conte ha rivolto un saluto rinviando a dopo, con un gesto della mano, un incontro un po’ più ravvicinato. E con i giornalisti in attesa ha scherzato. "Non ci bruciate le domande", ha detto entrando nella sala che lo ha accolto con un applauso fragoroso. E' la prima volta che il premier Conte presenzia ad un evento Cgil. Prima di arrivare alla piazzetta antistante il teatro il presidente del Consiglio si è fermato a parlare con i cittadini tra selfie e strette di mano.
"Gli uomini soli al comando non ci sono mai piaciuti. Noi siamo una organizzazione democratica" ha detto Landini introducendo il dialogo con il premier. Parole accolte dalla platea con un fragoroso applauso. E Landini ha ringraziato Conte per la presenza: "E' un riconoscimento indiretto ai sindacati e speriamo che dal dialogo possano uscire cose importanti perché abbiamo tanto da cambiare per il futuro di questo Paese".
"Ci siamo già incontrati a palazzo Chigi svariate volte - ha ricordato Conte nel suo intervento - da quel confronto c'è stato non solo un riconoscimento del vostro ruolo sociale e istituzionale, 5 mln e rotti di iscritti significano qualcosa. Ma soprattutto, come può un decisore politico prendere decisioni senza maturarle nel confronto? Per me sarebbe impossibile, per me è impensabile maturare una decisione senza avviare un confronto. Ne faccio una questione di metodo", col confronto "mi aiutate, ci aiutate: stare chiuso nel palazzo è una iattura per un decisore politico". Conte si è detto "sorpreso del fatto che è la prima volta che un premier accetti" l'invito della Cgil. "Rompiamo gli schemi, quindi - ha esordito - ma in modo inconsapevole. Un confronto serve innanzitutto a un riconoscimento del vostro ruolo sociale. E poi c'è un problema di metodo, è impossibile non maturare certe decisioni senza confronto".
PIANO INDUSTRIALE - Rispondendo a una domanda di una lavoratrice del Mercatone 1, Conte ha sottolineato che "il problema delle crisi aziendali in Italia è un problema molto serio. Hanno un tale impatto che pongono un problema di sistema". "Il governo deve assolutamente trovare tutti gli strumenti per fronteggiare queste crisi - ha detto il premier, seduto accanto a Landini - L'interlocuzione con queste realtà è diretta. Quello che il governo deve tirar fuori è un piano industriale per l'Italia e già nella manovra stiamo cominciando a lavorare in questa direzione".
"Gli investimenti industriali hanno bisogno di chiarezza, non possiamo permetterci segnali contraddittori. Ho incontrato spesso esponenti del mondo produttivo, quello che ci chiedono è chiarezza, e non si tratta di dirigismo economico. Noi vogliamo realizzare e perseguire un Green New Deal, pensiamo a riorientare il nostro sistema produttivo verso l'economia circolare, con progressività. Vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti un Paese più sostenibile. Come governo - ha aggiunto il presidente del Consiglio - non abbiamo la bacchetta magica, non sto dicendo questo, ma noi possiamo fare molto".
FISCO - Per il premier "il fisco ha bisogno di una riforma profonda, personalmente lo giudico iniquo e inefficiente. Quanto è stato fatto finora non è sufficiente, dobbiamo pervenire a una disciplina organica", anche per superare uno "stato di cose che fa percepire il fisco come nemico da cui difendersi. Occorre sistemare tutta la disciplina, e quando dico questo non parlo solo di aliquote". Per portare a termine una riforma "profonda" del fisco, quella che per Conte occorre realizzare, "serve un arco temporale più ampio, dovete darci almeno 2-3 anni", ha spiegato alla platea.
"Le definizioni agevolate per me sono una tantum, i condoni sono serviti ad avviare una riforma ma non possono diventare parte integrante della disciplina fiscale" ha avvertito Conte. "Chi sbaglia deve pagare - ha sottolineato ancora - Siamo favorevoli anche a pene detentive per i casi di conclamata e grave evasione. Nello stesso tempo dobbiamo alleggerire la pressione fiscale". "Non abbiamo molte risorse, però già quest'anno stiamo lavorando per dare un segnale significativo sul cuneo fiscale" dal quale si possono "reperire risorse a favore dei lavoratori".
PENSIONI - Poi le pensioni. "Quota 100 è una misura temporanea. E' stata introdotta perché c'era un vulnus, una ferita da sanare, sarà riproposta e mantenuta ma non è la panacea del sistema pensionistico" ha affermato Conte, aggiungendo: "Intendiamo riproporre opzione donna. Oggi il problema vero sono i giovani, bisogna pensare a loro, ai figli e ai nipoti che rischiano di non maturare un adeguato sistema pensionistico. Ecco perché ho parlato di integrare il fondo previdenziale integrativo e occorre lavorare ad una perequazione pensionistica curando chi si trova in una posizione svantaggiosa".
SUD - "Il Paese è attraversato da tante diseguaglianze, economiche, generazionali, di genere e territoriali. Il divario Nord-Sud è certificato anche a livello europeo, Milano oggi è un cantiere anche in centro, al Sud mancano le infrastrutture, come può questo Paese crescere. Se facciamo ripartire il Sud favoriamo anche il Nord - ha detto Conte - Dobbiamo realizzare l'articolo 3 della Costituzione, che nel secondo comma dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini di poter pienamente concorrere alla vita economica e sociale del Paese. Perché l'Italia deve subire il dumping sociale da parte di altri Paesi Ue? Le nostre società si trasferiscono all'estero, in Paesi Ue dove trovano agevolazioni fiscali e manodopera a basso costo. La dignità sociale è legata al lavoro, per questo mi sono concentrato sul Sud, e con la presidente von der Leyen ho posto il tema di un piano europeo per il Sud. Capisco che a livello europeo ci faranno storie ma ci deve aiutare". Per Conte "serve una fiscalità di vantaggio per l'intera area del Sud e un intervento strutturato", ha rimarcato il premier.
REDDITO DI CITTADINANZA - Quanto al "reddito di cittadinanza dobbiamo continuare a lavorare, va monitorato, sul piano attuativo la forza dello strumento è recuperare al circuito produttivo persone emarginate. Se non riusciamo a fare questo rischiamo di avere solo una misura meramente assistenziale che lascia il tempo che trova, e per questo serve la collaborazione di tutti, Regioni e Anpal".
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Sulla Pa "rischiamo di andare sotto organico, bisogna sbloccare il turn-over e rimpinguare l'organico - ha rimarcato - Nel complesso, la Pa è percepita in modo non del tutto positivo, bisogna lavorare anche a questo".
LANDINI - Per il leader Cgil "la priorità è l’urgenza di fare alcune cose per ricostruire la fiducia nelle persone: lo sappiamo che non c’è una bacchetta magica con cui domani cambiare tutto ma cambiare si può, cominciamo a farlo". "Siamo favorevoli al taglio del cuneo fiscale - ha affermato - perché noi rappresentiamo chi le tasse le paga facendo il proprio dovere di cittadini. Ma siamo anche favorevoli a che si torni ad un criterio di progressività per il quale chi più prende, chi più possiede deve pagare di più". "Dite che non si può fare tutto subito ma siccome avete usato le parole ‘svolta’ e ‘cambiamento’ vorrei dirvi che la gente capisce la svolta se vede aumentare il salario in busta paga", ha spiegato ironicamente accolto dalle risate e dagli applausi della sala. Una richiesta a cui Conte ha risposto prontamente sorridendo. "Ci lavoreremo", ha detto il premier.
Inoltre "una delle cose da fare - ha sottolineato Landini - è cancellare i contratti pirata ma è chiaro che per questo serve un provvedimento legislativo". Quanto all'autonomia differenziata, "a noi non è mai piaciuto il progetto. Non è in discussione l'autonomia dei soggetti ma la necessità che diritti fondamentali come lavoro e sanità debbano essere garantiti per tutti nella stessa maniera, non che siano calibrati a seconda del luogo in cui sei nato".
Poi, tirando le fila al termine del confronto con il presidente del Consiglio, ha osservato: "Noi il giudizio lo esprimeremo quando vedremo concretamente i provvedimenti. Dobbiamo vedere che legge di stabilità si farà, se davvero si attivano tavoli. Certo, sicuramente un confronto in cui si condivide che una serie di temi sono comuni e in cui si condivide che le soluzioni si trovano assieme va benissimo. Però adesso il problema è trovarle le soluzioni". Ed ha ribadito l’importanza della disponibilità del governo a far partecipare le forze sociali alla costruzione della prossima legge. "Credo sia stato un passaggio molto importante. Molti governi non l'hanno pensato, lo stesso governo che lui ha presieduto in precedenza aveva messo a punto una legge di stabilità che non conosceva neppure il Parlamento: non l'avevano discussa con nessuno. Sicuramente è un cambiamento importante ora però voglio vedere il merito dei contenuti che si realizzeranno", ha concluso.
Chiuso il dialogo con il leader Cgil, il premier Conte ha mantenuto la promessa e si è fermato a salutare i tanti cittadini fuori del teatro Apollo. Foto, selfie, strette di mano hanno accompagnato la breve passeggiata. "Sarà l'avvocato del Sud?", gli ha chiesto qualcuno. "Sarò il premier di tutta l’Italia", ha risposto prima di risalire in auto.