La provocazione di Lucidi e la rabbia di Ciprini: "Avanti tutta, torniamo allo zero virgola"
di Antonio Atte e Ileana Sciarra
Clima incandescente in Umbria per il Movimento 5 Stelle, dopo la mano tesa da Luigi Di Maio al Pd per un 'patto civico' in vista delle regionali del 27 ottobre. A pochi giorni dal termine ultimo per la presentazione delle firme, nella chat dei 'portavoce' umbri - visionata dall'Adnkronos - spunta addirittura l'idea di dimissioni in massa di tutti gli eletti. A lanciarla, il senatore Stefano Lucidi: "Se avessi in mano 33 lettere di dimissioni potenziali di tutti i portavoce, forse qualche info riuscirei ad ottenerla", scrive il pentastellato rispondendo a chi chiede di alzare la voce per farsi sentire dai vertici. La proposta, che suona come una provocazione, trova l'immediata adesione di Marco Gasperi, consigliere al Comune di Città di Castello: "Per me firmala tranquillamente". Non manca chi prende le difese del leader M5S, come il consigliere di Gubbio Rodolfo Rughi: "Massima fiducia in Di Maio".
Dalla chat emerge però il malumore diffuso che accomuna i portavoce di tutti i livelli, nazionali, regionali e comunali. "Quindi ci facciamo usare per i loro ca... - scrive la deputata Tiziana Ciprini riferendosi alla trattativa con il Pd - avanti tutta che dal 27 torniamo allo zero virgola". Giudizi severissimi sulla eventuale candidatura a presidente di Andrea Fora, il nome civico scelto dal Pd prima di aprire il dialogo con i grillini e sul quale sembra esserci anche il veto dei vertici M5S. "E' stato scelto a tavolino - accusa, puntando il dito contro i dem, il deputato Filippo Gallinella - senza condivisione ed essendo vicino agli ambienti cattolici pensano che possa portare via qualche voto al centro. L'hanno scelto Verini e la Sereni... e ho detto tutto".
Intanto aleggia, fortissimo, il timore di non riuscire a presentare in tempo la lista: "Stiamo allo stadio meno uno". Tanto che lo stesso Lucidi chiede che fare in caso di mancata presentazione delle liste: "E' chiaro che arriveremo al punto in cui sarà troppo tardi", profetizza. Qualcuno cerca di sdrammatizzare: "Festa coi soldi risparmiati della campagna elettorale dal titolo VaffaDay4", scherza Gallinella. Ed è sempre lui a ironizzare sulla scelta del candidato presidente. A un eletto che fa il nome dell'attrice Monica Bellucci, originaria di Città di Castello, risponde: "Penso l'abbiano chiamata ma la diaria regionale è troppo bassa".
Ma in questo clima teso la voglia di scherzare è poca. Pochi giorni "per la consegna firme e noi siamo lì a mendicare 'un nome pulito' ma se dietro c'è una montagna di merda chi se ne frega! - scrive il consigliere comunale di Corciano Mario Ripepi - la rivoluzione gentile è diventata una pagliacciata, ci stiamo rendendo ridicoli al mondo. Senza identità e senza dignità non avremo scampo, anche se il voto lo rimanderemo all'infinito. Al massimo potremo restare ago della bilancia, come minimo uno dei tanti partiti messi lì in un angolo".
E' sempre Ripepi a sferrare un duro attacco sul presunto mancato coinvolgimento dei portavoce nelle scelte dei vertici: "Mi fa specie - scrive - che quattro parlamentari ed oggi un sottosegretario umbri non hanno accesso alle informazioni e non possono nemmeno chiederne ed avvicinarsi a Di Maio. A 9 giorni dalla consegna firme. Ma che roba è questa? Dove siamo finiti?". "Purtroppo qui funziona che chi strilla di più e chi minaccia ottiene delle cose. Vedi presidenze di Commissione Gallo e Morra ma anche ministeri, vedi Castelli e sottosegretari", risponde Lucidi.
Poche ore dopo è lo stesso Lucidi ad aggiornare gli altri portavoce umbri, informandoli di un confronto con lo staff di Di Maio: "Stavolta ci siamo incazzati", assicura. Ma il chiarimento non è sufficiente a placare la tensione, che resta alle stelle. Al punto che una consigliera chiede: "Noi dobbiamo metterci la faccia senza sapere chi sarà il candidato presidente della coalizione e chi sarà in lista? Sempre se si farà". "Purtroppo è così", la replica di Lucidi, che raccoglie un ironico "complimenti". Un altro membro della chat chiosa: "'Ripartiamo dai territori' dissero poco tempo fa. Ecco va, ditegli pure che, se vogliono, si attrezzassero quelli dello staff perché la 'classe dirigente' sta in autogestione e sciopero al bar".