"La mia tentazione di votare no è forte. Mi asterrò soltanto per rispetto di chi, in una ipnosi in buona fede, pensa nella rivoluzione della pochette. Io resto nella trincea delle parole guerriere contro il fanatismo neoliberista incistato in questa Unione Europea". E' un passaggio dell'intervento di Gianluigi Paragone al Senato, dove il governo Conte cerca la fiducia. Il pentastellato è in dissenso rispetto alla linea M5S.
"Dalle parole guerriere siamo passati al linguaggio mite contro l'establishment finanziario. Erano parole guerriere conto meccanismo di stabilità europeo che adesso renderete ancor più una gabbia restrittiva sull'Italia. Non mi dite che cambierete l'Europa. L'Europa vi ha già intellettualmente corrotti con i suoi inganni. Il Pd è la garanzia italiana del fanatismo europeo, del globalismo e dell'uomo di Davos. Bruxelles l'avete riportata in casa. Il conte Gentiloni marcato a uomo dal falco Dombrovskis", dice il senatore grillino, che si asterrà.
"Ho ricevuto consensi anche da parte di parecchi colleghi. Non ho fatto un discorso così diverso da quello che ho fatto sempre. Chi mi ha proposto la candidatura sapeva benissimo quali erano le mie posizioni su euro, finanza...", aggiunge rispondendo, poco dopo, a chi gli chiede di possibili sanzioni da parte del Movimento per la sua decisione. Quella espressa nel corso dell'intervento "è la linea che sempre ho avuto. Dentro il M5S c'è una fortissima sensibilità sui temi che ho raccontato".