Il vicepremier alla Casa Bianca: "Italia alleato più solido degli Usa". Poi il monito all'Europa: "Taglieremo le tasse con le buone o... con le buone". E sugli F35? "Gli accordi sottoscritti non si possono rimangiare". Poi la 'scivolata' sulla scalinata di Rocky
di Cristiano Fantauzzi
Sfida all'Ue dagli Usa. Il vice premier Matteo Salvini arriva nella capitale americana e a tambur battente mette in piedi (quando in Italia è ancora notte fonda) una photo opportunity, nella residenza dell'ambasciatore Armando Verricchio. E la suggestiva Villa Firenze offre così il proscenio per ricapitolare i temi degli incontri istituzionali di oggi con il vice presidente Mike Pence alla Casa Bianca e con il Segretario di Stato Mike Pompeo. E dopo l'incontro nella White House presidenziale, ecco la stoccata all'Unione Europea. "Abbasseremo le tasse con le buone o... Con le buone, l'Europa se ne deve fare una ragione", sottolinea Salvini, che a Pence ha "ribadito il diritto-dovere del governo italiano ad abbassare le tasse".
Un ripasso generale per tutti, su Ue, Cina, Iran, fisco italiano; e la linea è chiara: sostegno pieno ai valori degli Usa come incarnati da Donald Trump e nello stesso tempo un avvertimento, dall'altra sponda dell'oceano, alle istituzioni di Bruxelles: "L'Italia - ha detto - non si accontenta più delle briciole", "i soldi per la flat tax si devono trovare, al massimo rimodulando le modalità" ma in ogni caso "l'asse Berlino-Parigi-Bruxelles" non pensi di trattare l'Italia come la Grecia: "Hanno ammazzato un popolo - attacca - spalancando le porte ai cinesi, ma l'Italia non è la Grecia".
Piena concordanza di vedute con l'amministrazione Usa sui rapporti con la Cina: "Il business non è tutto, può diventare una gabbia e sulla sicurezza non si transige", rimarca il vice premier che non molla di un centimetro nemmeno sull'Iran: "Non ha diritto di parola uno Stato che vorrebbe cancellare Israele dalla faccia della terra". Diverso il discorso per la Russia di Putin: "Sarebbe un errore strategico - avverte - allontanarla dall'Occidente per lasciarla all'abbraccio della Cina".
Ma è l'unica dissonanza rispetto all'alleato storico dell'Italia repubblicana, rispetto al quale Salvini sottolinea l'ambizione di tornare a essere "il primo partner in Europa della più grande democrazia del mondo non solo in termini economici e commerciali ma di comune visione del mondo e di valori". Quasi a sottolineare simbolicamente questo legame, dopo l'incontro con Pompeo e prima di vedere Pence, stamattina il vice premier ha reso omaggio al cimitero di Arlington ai militari americani caduti in tutte le guerre.
"Con l'amministrazione Usa abbiamo una visione comune su Iran, Libia, Medioriente, diritto di Israele ad esistere, Venezuela, e verso la pre-potenza cinese verso l'Europa e l'Africa. In questo quadro, mentre altri Paesi europei hanno scelto una strada diversa, l'Italia è il più solido e coerente alleato degli Usa", ha quindi sottolineato il vicepremier ai giornalisti nella residenza dell'ambasciatore Varricchio, dopo l'incontro con il segretario di Stato Pompeo. "La prossima manovra finanziaria potrebbe essere una 'trumpiana'? Why not...", risponde il vicepremier.
Sulla Via della Seta, ha precisato, "business is business ma fino ad un certo punto: quando c'è di mezzo la sicurezza, nazionale ci si deve fermare. Anche perché la sicurezza delle telecomunicazioni vale più di ogni convenienza economica". Quanto al Venezuela, "per me da tempo si sarebbe dovuto riconoscere Guaidò" al posto "del criminale dittatore Maduro". Infine, la Libia: "Siamo convinti che ci voglia una soluzione in cui non ci siano un vincitore è uno sconfitto. Al tavolo devono starci tutti, e l'intervento di Haftar non è stato risolutivo, come pensava la Francia...". Gli F35? "Gli accordi sottoscritti non si possono rimangiare", ha detto ancora.
Via gli 80 euro per finanziare la flat tax? "Non è quello su cui stiamo lavorando. Ci sono diverse soluzioni allo studio. E' chiaro ed evidente che una volta raggiunto l'obiettivo della semplificazione fiscale raggiunto, tutto il sistema delle detrazioni, delle deduzioni, delle facilitazioni può essere ridiscusso, ma prima bisogna arrivare ad una forte riduzione del carico fiscale. Come per Quota 100 della legge Fornero, deve esserci la possibilità di scelta da parte dei cittadini: ognuno potrà scegliere quale regime fiscale adottare in base alla propria convenienza".
Il vicepresidente del Consiglio si è poi spostato alla Casa Bianca, dove è stato ricevuto dal vice presidente degli Stati Uniti, Mike Pence. "Italia e Stati Uniti hanno una visione comune al 99% dei valori, degli interessi e delle questioni del mondo. Esco da questo colloquio particolarmente soddisfatto", ha sottolineato con i giornalisti. "Il vice presidente Pence ha espresso l'auspicio di continuare a collaborare a lungo con me e il governo italiano. Abbiamo parlato di cooperazione, di aerospazio, del programma Luna 2024, aggiornamenti della Difesa. L'Italia - ha aggiunto - è il paese più attendibile per gli Usa come sponda di dialogo in Europa".
"Se il vice presidente della più grande democrazia del mondo si augura di lavorare con me e il mio governo ancora per tanti anni penso che sia il riconoscimento del fatto che la soddisfazione è reciproca", ha poi replicato, rispondendo alla domanda se a un anno dalla visita del premier Giuseppe Conte negli Usa ci sia stato modo di fare un bilancio dell'attività di governo e dei rapporti bilaterali. Salvini ha aggiunto: "Mi sono permesso di ricordare che la notte dell'elezione di Trump io e il mio movimento eravamo forse gli unici in Italia che tifavamo per l'attuale presidente visto che il 99% del panorama politico era orientato altrimenti. E questo mi sembra assolutamente presente nell'amministrazione".