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2 giugno, tre generali danno forfait

Non ci sarà nemmeno La Russa in polemica con il ministro Trenta

2 giugno, tre generali danno forfait
31 maggio 2019 | 16.52
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Defezioni alla tradizionale parata militare del 2 giugno: i generali Arpino, Camporini e Tricarico danno forfait alle celebrazioni in via dei Fori Imperiali per la Festa della Repubblica in polemica con le alcune scelte di governo. Secondo il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica Militare e della difesa, sono "troppe le disattenzioni del governo nei confronti dei temi della Difesa, spesso snaturata con una ipocrita enfasi sul 'dual use', a partire dalla perdurante mancata presentazione del 'decreto missioni', dalla sostanziale paralisi delle attività amministrative per l'ammodernamento dei mezzi, da dichiarazioni di vuoto pacifismo del Presidente del Consiglio e potrei continuare". Queste le motivazioni, scrive su facebook, per cui non andrà alla parata. "Personalmente - aggiunge Camporini - non me la sento di avallare ipocritamente con la mia presenza una gestione che sta minando un'istituzione di cui il Paese deve essere orgoglioso".

"Non parteciperò perché sarebbe ipocrita applaudire i nostri soldati in compagnia di soggetti che stanno contribuendo a un progressivo e, per certi versi, irreversibile indebolimento delle Forze Armate", commenta, a sua volta, il generale Dino Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, contattato dall'AdnKronos. "Una componente della maggioranza giallo-verde - lamenta il generale - sta portando avanti un atteggiamento ostile nei confronti di una delle poche Istituzioni che funzionano bene in Italia: le Forze Armate". "Per di più, noi generali in pensione - spiega ancora Tricarico -veniamo trattati come malfattori per via della polemica sulle cosiddette pensioni d'oro, addirittura Luigi Di Maio pronunciò la frase 'si debbono vergognare'. Non capisco di cosa dovrei vergognarmi. Ho servito lealmente il mio Paese per 40 anni, rischiando la vita su un aeroplano".

E alla parata non ci sarà nemmeno il generale Mario Arpino, già Capo di Stato della Difesa. Dice di "attendere un clima più sereno". "Non è tollerabile la gogna mediatica a cui sono stati sottoposti i pensionati - sottolinea all'Adnkronos -. Non ne faccio una questione personale: trovo inaccettabile sentire parlare di pensioni d'oro, quasi incitando all'odio di classe". Sarebbe "ipocrita da parte mia - prosegue Arpino - stringere le mani di chi ha tagliato le pensioni. Non è una colpa, ma un merito avere una pensione più alta per chi ha lavorato tutta la vita. Io ho cumulativamente 55 anni di servizio. Non mi sembra che l'atteggiamento di alcuni ministri sia giusto. Penso che l'indecisione di questo governo su tantissimi temi sia molto grave. Le questioni militari, penso ad esempio agli F-35, sono passate completamente in secondo piano".

Nel mirino di Ignazio La Russa (anche lui non andrà alla parata), c'è invece la scelta del ministro della Difesa Elisabetta Trenta di dedicare al tema dell'inclusione la parata. “Per la prima volta e a malincuore, dopo tanti anni - spiega il vicepresidente del Senato e senatore di Fratelli d’Italia a Sky tg24 Pomeriggio - non andrò. Non certo per mancanza di rispetto verso le Forze armate che rimangono sempre nel mio cuore ma in segno di protesta verso il ministro Trenta. In questi anni sono sempre andato d’accordo con tutti i ministri della Difesa che sono arrivati dopo di me o, quantomeno, ho sempre avuto verso di loro un enorme rispetto ma chi come il ministro Trenta pensa di trasformare le Forze armate in ‘Peace&Love’, mancando di rispetto ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa, non merita niente. E io il 2 giugno non voglio stare e non sarò al suo fianco durante la parata”.

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