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Fine lite mai

E' ancora alta tensione nella maggioranza. A tenere banco i casi Siri e Salva Roma. Salvini: "Si sciacqui la bocca chi parla di mafia e Lega". Di Maio: "Allontanare Siri o inizio a preoccuparmi". Fonti Chigi: "Sul sottosegretario decide Conte"

(Fotogramma)
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24 aprile 2019 | 13.24
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Non si placa lo scontro all'interno della maggioranza sul caso Siri e sul Salva Roma. Il giorno dopo il braccio di ferro sulla norma che prevede entro il 2021 la chiusura della gestione commissariale del debito capitolino, tra i due vicepremier i nervi restano tesi. "Si sciacqui la bocca chi palando mette in relazione Lega e mafia" dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini in conferenza stampa al Viminale.

Quindi spiega: "Stiamo lavorando come Lega per Roma Capitale perché i cittadini non meritano le scene che hanno visto a Termini. Gli sforzi che abbiamo fatto per Roma non li abbiamo fatti per nessuna altra città. I romani meritano una marcia in più". Salvini assicura di aver già investito molto in telecamere e sicurezza . "Il sindaco però - fa notare - dovrebbe investire in qualità della vita".

La tensione resta comunque alta. E' il caso Siri, in particolare, a tenere ancora banco tra i partner di governo. Tanto che fonti di Palazzo Chigi spiegano che sulla vicenda "sarà il presidente Conte a decidere. Il presidente a giorni vedrà il sottosegretario Siri e prenderà una decisione".

Salvini, al momento, non si sbilancia. "Abbiamo piena fiducia nella magistratura perché lavori bene e serenamente" ribadisce il vicepremier, allontanando al tempo stesso lo spettro di una crisi di governo: "Non ho nessuna fretta di mandare al voto gli italiani che hanno invece bisogno di stabilità" assicura. Poi, a chi gli chiede se abbia ricevuto una richiesta di dimissioni per il sottosegretario della Lega da parte del premier, Salvini replica secco: "No".

Intanto, l'altro vicepremier non sembra intenzionato a mollare. "Io e Salvini abbiamo fatto grandi cose insieme in questi mesi e abbiamo improntato questo governo su un rapporto di fiducia - dice il leader grillino da Taranto -. Ora stiamo chiedendo un ulteriore atto di fiducia". Quindi osserva: "Se la Lega non c'entra niente con queste accuse che vengono fatte a Siri, dimostri la propria estraneità ai fatti allontanando Siri dal governo perché, altrimenti, io comincio a preoccuparmi a vedere Salvini e la Lega difendere a spada tratta Siri".

Al tempo stesso il capo pentastellato prova a gettare acqua sul fuoco: "Stop polemiche, il governo va avanti altri 4 anni - assicura -. Ogni ministro deve pensare a fare il suo e il M5S vuole andare avanti per altri 4 anni. È un esecutivo che può cambiare davvero le cose e noi ci crediamo". "Quindi abbandoniamo anche i vittimismi. Non mi è mai piaciuto che tira il sasso e poi nasconde la mano. Io sono sempre stato abituato a metterci la faccia davanti ai problemi. Mettiamocela insieme e cambiamo il Paese''.

E sul caso Siri anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli commenta: "Se facesse parte del M5S sarebbe già stato messo fuori da questo governo".

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