E' finita con una lite tra Conte e Salvini e il caos più totale l'approvazione, in Cdm, del decreto Salva Roma, una delle misure contenute nel decreto Crescita, di cui sono stati stralciati i commi 2, 3, 4, 5, 6 e approvati solo il primo e il settimo. Ora la palla passa al Parlamento, che dovrà decidere sulle sorti del provvedimento, nato con l'obiettivo di evitare la crisi di liquidità della gestione commissariale. Ma cos'è il Salva Roma e perché il governo continua a litigare?
COS'E' - Il Salva Roma è una misura contenuta nel dl Crescita che alleggerirebbe parzialmente la Capitale dal debito-monstre di circa 12 miliardi di euro, accumulato durante gli anni, con lo Stato che contribuirebbe a pagare gli interessi del debito. La norma prevede che entro il 2021 si metta fine alla gestione commissariale, una struttura che fa capo al governo e che detiene il debito accumulato fino al 2008 dal Campidoglio. Per ripagare il debito storico ogni anno lo Stato eroga un contributo di 300 milioni di euro mentre 200 milioni vengono ricavati dal Comune dall'addizionale Irpef e da una tassa sui voli che partono dagli aeroporti romani. A gestire questi soldi dal 2009 è un commissario. Con il Salva Roma verrebbe chiusa la gestione commissariale ma il 'City of Rome', il maxi-bond da 1,4 miliardi, non passerebbe al ministero del Tesoro. ''Non ci sarà l'accollo da parte dello Stato del prestito obbligazionario di 1,4 miliardi di euro, contratto nel 2003 - ha chiarito il Mef in una nota -. Ma lo Stato continuerà a erogare i 300 milioni all'anno previsti per l'estinzione del debito di Roma''.
PERCHE' IL GOVERNO LITIGA - Il Salva Roma vede però la contrarietà della Lega e il favore del M5S. Secondo i pentastellati l'operazione è a costo 'zero' - dunque senza oneri aggiuntivi per l'Erario e quindi per i contribuenti - e anzi darebbe risparmi; mentre la Lega dice no ad una norma ad hoc per la Città eterna e rilancia chiedendo di estendere le agevolazioni anche ad altri Comuni a rischio dissesto, come Catania e Alessandria. Salvini tiene il punto. Ieri ha spiegato che "i debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco". Il M5S però non demorde. Si tratta di "un punto di partenza - dicono fonti pentastellate - siamo sicuri che il Parlamento saprà migliorare ancora di più un provvedimento che, a costo zero, fa risparmiare soldi non solo ai romani ma a tutti gli italiani".