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"Troppe lacune su via Fani", parla l'esperto balistico

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16 marzo 2019 | 13.29
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di Francesco Saita

Una scena del crimine che presenta ancora troppi lati oscuri. A via Fani tra i terroristi "c'era chi sparava ai balconi del primo piano, per errore, non avendo alcuna capacità, e chi invece, in 90 secondi, ha portato a termine un'azione praticamente perfetta, senza neanche fare un graffio a Moro, al centro della sparatoria". Così all'AdnKronos il perito balistico Paride Minervini, consulente della Commissione Moro nella scorsa legislatura. Che chiede di poter ancora lavorare sull'omicidio politico più importante del dopoguerra italiano: "Qui c'è il rischio che qualcuno si prenda qualche altro ergastolo".

Per l'esperto, già al lavoro su casi come quello di Calipari in Iraq e di Ilaria Alpi in Somalia, siamo di fronte a troppe "lacune" su via Fani. "Anche Leonardi - sottolinea Minervini - che era super preparato, non è riuscito a sparare neanche un colpo, avendo un revolver tra le gambe, l'agente Iozzino riesce a usare la sua pistola, perché è l'ultimo, ma viene poi ucciso".

"Proprio il poliziotto - spiega l'ex parà - l'unico che reagisce, riesce a ferire uno del commando, che però ancora non sappiamo chi sia. Per saperlo sarebbe bastato fare un lavoro nelle carceri, sulle cartelle cliniche, ma non è stato fatto". "Chi lo uccide?", si domanda il balistico. Ricordando come: "Pare ovvio che nel suo settore di fuoco c'è qualcuno che lui ferisce, mentre, invece, a sparargli mortalmente deve essere stato qualcuno del 'cancelletto alto', non del gruppo di fuoco principale".

Brigatisti che, secondo quanto emerso, potrebbero essere Alessio Casimirri e Alvaro Lojacono, il primo attualmente in Nicaragua, l'altro cittadino svizzero. "Ad oggi - accusa il balistico che è stato incaricato anche della perizia del caso di Freddy Pacini, imprenditore che ha sparato a un moldavo nella sua officina - non si sa bene che fine hanno fatto i proiettili di via Fani". "E anche il fatto che le perizie chieste dalla Commissione Moro siano state affidate a più soggetti non aiuta", aggiungendo come "non ci hanno fatto lavorare come si poteva".

"Fateci andare avanti, perché qui qualcuno si prende qualche altro ergastolo", conclude l'ex parà, che rivela di occuparsi ora di via Montalcini e via Caetani, per capire come è veramente stato ucciso Aldo Moro, a distanza di 41 anni.

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