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Tav, Airola: "Se M5S dice sì me ne vado ma tengo simbolo"

Il senatore grillino: "No spazi trattativa altrimenti ci schiantiamo". E aggiunge: "Lega fa campagna elettorale in modo becero". Conte: "Sto studiando dossier". Toninelli: "Una decisione entro la prossima settimana"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
28 febbraio 2019 | 19.42
LETTURA: 3 minuti

di Antonio Atte
Sulla Tav "non ci sono spazi di contrattazione. O il M5S dice no oppure sarò io a dire ciao al Movimento". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos il senatore grillino Alberto Airola. Il parlamentare piemontese ha fatto della battaglia contro l'alta velocità Torino-Lione una delle stelle polari della sua azione politica e non le manda a dire alla Lega, che sul tema cerca una mediazione con il Movimento 5 Stelle. "Non so quanto questa vicenda possa essere legata alle elezioni - osserva -. Credo che il Carroccio su questo tema voglia fare campagna elettorale, in modo un po' becero a mio avviso".

Il ministro M5S delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, oggi ha annunciato che "entro la prossima settimana" il governo prenderà una decisione per sciogliere definitivamente il nodo Tav. Il sottosegretario leghista Armando Siri ostenta fiducia e assicura: "Stiamo ragionando e stiamo trovando le sintesi giuste per fare il bene del Paese. Non vedo gamberi nel governo, gente che torna indietro".

Airola però non vuole sentire ragioni: "Toninelli è sicuramente in difficoltà perché la Lega insiste" ma "è giusto porre un punto fisso perché, come ho detto milioni di volte, il Tav è una cosa che abbiamo sempre osteggiato: non si fa e basta, spazi di manovra non ce ne sono". Ma se il M5S dovesse aprire una trattativa, lei come si comporterebbe? "In quel caso me ne vado dal Movimento. E sono convinto che me ne vado col simbolo. Sarò più meritevole di loro di portare il simbolo del M5S se si apre una trattativa", risponde Airola.

Se il Movimento 5 Stelle dovesse lasciare spiragli per un dialogo, dice Airola all'Adnkronos, "si schianterebbe definitivamente. Non sarebbe più 5 Stelle, perderebbe la fiducia del popolo, la sua identità".

"Noi - insiste il senatore torinese - siamo entrati nelle istituzioni grazie ai valsusini: uno dei primi eletti del M5S è stato Davide Bono nel 2010, col 3% alle regionali, grazie ai voti della Valsusa. Beppe Grillo si è preso anche una denuncia per quella battaglia. Per me non si transige".

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