La motivazione del riconoscimento: "Anche loro si sono misurati con un nemico invisibile, il virus dell'epatite C, un patogeno sconosciuto che è stato una 'minaccia globale' per la salute umana"
Cacciatori di virus, premiati nell'anno della pandemia di Covid-19. Sono due americani - Charles M. Rice, 68 anni di Sacramento, e Harvey J. Alter, 85 anni di New York - e un britannico, Michael Houghton, nato negli anni '50, secondo le pochissime note biografiche disponibili sul suo conto, e oggi di base in Canada, i vincitori del premio Nobel 2020 per la Medicina. Anche loro si sono misurati con un nemico invisibile, un patogeno sconosciuto che è stato - come spiega l'Assemblea dei Nobel nella motivazione del riconoscimento - una "minaccia globale" per la salute umana.
Alter, laurea in Medicina alla University of Rochester Medical School, si è formato allo Strong Memorial Hospital e agli University Hospitals di Seattle. Nel 1961 è entrato a far parte degli statunitensi National Institutes of Health (Nih) come associato clinico. Ha trascorso diversi anni alla Georgetown University prima di tornare agli Nih nel 1969 per unirsi al Dipartimento di medicina trasfusionale del Centro clinico come ricercatore senior. A metà anni '70 lo scienziato con il suo team stava studiando pazienti che ricevevano trasfusioni sanguigne e si ammalavano di epatiti, e ha scoperto che rimaneva un gran numero di casi che non erano né correlati al virus dell'epatite B né a quello della A.
L'identificazione del nuovo patogeno era ora una priorità assoluta. Nel frattempo Houghton, dottorato di ricerca al King's College di Londra nel '77, era entrato a far parte di Gd Searle & Company prima di trasferirsi alla Chiron Corporation, Emeryville, California nel 1982.
E' negli anni alla Chiron (acquisita da Novartis il 20 aprile 2006) che Houghton intraprende l'arduo lavoro per isolare la sequenza genetica dello sfuggente virus. Con il suo team è stato coautore di una serie di studi fondamentali pubblicati nel 1989 e nel 1990. Lo scienziato britannico si è trasferito all'Università di Alberta nel 2010, dove insegna virologia ed è anche direttore del Li Ka Shing Applied Virology Institute.
Rice, dopo il dottorato di ricerca nel 1981 al California Institute of Technology, dove si è anche formato come borsista fino al 1985, fonda il suo gruppo di ricerca alla Washington University School of Medicine, St Louis nel 1986 e diventa professore ordinario nel 1995. Nei suoi anni da ricercatore nell'ateneo Usa, insieme ad altri gruppi che lavorano con i virus a Rna, ha notato una regione precedentemente non caratterizzata alla fine del genoma del virus dell'epatite C che si sospettava potesse essere importante per la replicazione del virus. Ma anche delle variazioni genetiche in campioni di virus isolati che avrebbero potuto ostacolarne la replicazione.
Sue le evidenze finali che completavano il puzzle di conoscenze sul virus dell'epatite C. Rice dal 2001 è professore alla Rockefeller University di New York. Nel periodo 2001-2018 è stato Direttore scientifico ed esecutivo del Center for the Study of Hepatitis C alla Rockefeller University, dove rimane tuttora attivo.