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Caivano, Ciro: "Non è stato un incidente, voleva ammazzarmi"

Foto da Instagram
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14 settembre 2020 | 15.27
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"Non è vero che è stato un incidente". A dirlo è Ciro Migliore, il ragazzo trans rimasto ferito nella caduta dallo scooter risultata fatale alla compagna, Maria Paola Gaglione, nella notte tra venerdì e sabato ad Acerra (Napoli). Ciro, ricoverato nella clinica Villa dei Fiori ad Acerra per le ferite riportate nella caduta, respinge la versione fornita dal fratello di Maria Paola, Michele Gaglione, fermato per omicidio preterintenzionale e che oggi al gip, in sede di udienza di convalida, ha detto che stava inseguendo i due per parlare alla sorella e che non sarebbe stato lui a causare l'incidente. "Mi è corso dietro, mi voleva per forza ammazzare. L'abbiamo incontrato per caso, me lo sono trovato dietro". Ciro ha raccontato che qualche giorno prima dell'accaduto "Michele è venuto sotto casa mia e mi voleva tagliare la testa, c'era anche mia madre, può confermarlo. Mi ha detto che mi avrebbe ammazzato. Mi diceva che non dovevo stare con la sorella altrimenti mi ammazzava". "Io e Paola dovevamo scappare insieme, per venire qui ad Acerra a vivere. Quando l'hanno scoperto, il fratello e il padre l'hanno picchiata. Era il 13 luglio"."Per il futuro sognavamo di vivere insieme, di essere felici - ha proseguito Ciro - ora provo solo dolore. Questa volta me l'hanno tolta per sempre".

Ciro ha raccontato di essersi accorto all'improvviso di essere inseguito da Michele Gaglione, fratello della sua compagna Maria Paola. "Mi diceva 'ti devo uccidere, devi fermarti'. Paola gli diceva che c'era anche lei sullo scooter e che la doveva smettere, ma lui guardava solo me, non pensava a lei. Voleva uccidermi. Ci ha fatto cadere colpendo il mezzo a calci. Dopo essere caduti sono andato verso Paola per vedere come stava, ma il fratello mi ha bloccato e mi ha picchiato. E' stato un incubo".

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