L'episodio sarebbe accaduto nel corso di un soggiorno in un resort a Fasano, in provincia di Brindisi
Nel piatto di una coppia di uomini unita civilmente, veneta, era stato 'disegnato' un pene fatto di salsa nel corso di un soggiorno in un resort a Fasano, in provincia di Brindisi. La denuncia è dell'associazione Mixed Lgbti con sede a Bari, aderente alla rete Arci, contattata dalla coppia, Marco e Denis, per segnalare l'accaduto. ''Marco e Denis, dopo essersi uniti civilmente (il rito fra l'altro è stato celebrato dal deputato Alessandro Zan, relatore alla Camera del ddl contro l'omofobia) hanno deciso di venire in Puglia - scrive l'associazione - per il viaggio di nozze, e di trascorrere qualche giorno presso un prestigioso resort a Fasano''. Quindi il racconto di uno dei due: ''Pensavo di essere in un piccolo paradiso - riporta l'associazione - ma, nonostante la cura dei dettagli, il personale evidentemente è poco selezionato e omofobo: siamo stati derisi dai camerieri, e lo chef ha disegnato con la salsa la forma di un pene nel piatto''. Per Mixed Lgbti ''se per caso dovesse scapparvi da ridere - sottolinea - evidentemente è perché non avete mai sentito bruciare nel petto la rabbia nei confronti di chi vi deride per chi siete o per chi amate. Vedere un momento così romantico rovinato dall'ignoranza e dallo scherno altrui è davvero squallido e mortificante''. Quindi serve ''una rivoluzione culturale su questi temi'' o ''non cambierà molto''.
Sempre su Facebook, risponde la struttura ''Canne bianche'' che nega tutto e minaccia azioni legali per i danni di immagine. ''Siamo rimasti esterrefatti - si legge nel post - dinanzi ad un affermato caso di omofobia che sarebbe accaduto nel nostro albergo, noto in ambito nazionale ed internazionale per la sua assoluta apertura all'accoglienza, senza discriminazioni o preferenze di alcun tipo. Ancor più esterrefatti lo siamo dopo anche aver svolto le dovute indagini ed aver accertato presso tutto il personale, che potrà confermarlo, che il caso raccontato è completamente falso".
"Ci addolora fortemente non solo che le gravi false affermazioni arrechino un grave danno ad una struttura alberghiera che sfidando lo stato di grave crisi ha deciso ugualmente di aprire, per mantenere alta e di qualità la ricettività della nostra regione, oramai nota in tutto il mondo, ma che il falso motivo di immagine omofoba affermata - aggiunge il resort - si fondi proprio su quanto è totalmente opposto e contrario alla nostra mentalità ed alla nostra cultura. Peraltro, benché richiesta, nonostante oggi si fotografi e si immortali qualunque momento ed evento, nessuna foto di quanto affermato è stata fornita dai nostri due ospiti, a conferma della totale falsità del fatto, mentre i due ospiti in questione hanno impiegato pochi minuti per farci giungere una richiesta di soggiorno gratuito, a conferma della strumentalità del tutto''.
E' stata quindi ''declinata'' una richiesta di risarcimento mediante rimborso di quanto pagato per il soggiorno ''in quanto priva di fondamento''. La struttura, inoltre, nega un altro dettaglio, inizialmente riportato nella denuncia pubblica. ''Non risponde al vero che lo chef in questione sia stato licenziato o sospeso, né richiamato, essendo solo stato ascoltato dalla direzione, unitamente al restante personale, nell'ambito delle indagini doverosamente svolte dalla direzione e che hanno portato ad accertare la totale falsità delle affermazioni in questione, non avendo mai lo chef realizzato alcuna immagine omofoba su alcuno dei nostri piatti''.