di Cristiano Camera
Riaprire o lasciare tutto ancora chiuso, ripartire insieme oppure a due o a tre velocità: mentre si discute sulle modalità di allentamento del lockdown e su come gestire la Fase-2 nell’ottica di un ritorno graduale alla normalità dopo l’epidemia, diventano sempre più problematici, a causa delle limitazioni agli spostamenti per contenere l’epidemia da coronavirus, i rapporti fra figli minori e i genitori non collocatari all’interno delle famiglie con coniugi separati. Ne parla all‘Adnkronos l’avvocato Antonella Laganella, giudice onorario della Corte d’Appello di Campobasso, sezione minori, che sottolinea quanto le misure urgenti adottate dal Governo abbiano inciso sui rapporti fra figli e genitori non collocatari.
"Le conflittualità tra ex coniugi si sono intensificate - spiega l’avvocato Laganella - di pari passo con la crescente incertezza sull’interpretazione dei diritti primari alla salute e di quelli secondari all’esercizio della genitorialità. Dopo che il Governo ed il Tribunale di Milano avevano garantito che gli spostamenti dei genitori, nelle ipotesi separative, sarebbero stati comunque autorizzati, il Tribunale di Bari ha invece sentenziato per la sospensione delle frequentazioni per il genitore non collocatario residente in Comune diverso da quello del figlio. Il Tribunale ha infatti ritenuto prevalente la tutela della salute dei minori rispetto all’esercizio della genitorialità, assicurata tuttavia, con collegamenti da remoto via Skype o via whatsapp, con l’ausilio dei Servizi Sociali”.
Una soluzione evidentemente insufficiente per Laganella, secondo cui “i figli hanno certamente risentito più di tutti dell’attenuazione della presenza del genitore non collocatario, invero già frequentemente di per sé pregiudicato, nella possibilità di vedere ed incontrare serenamente la prole. Nell’ottica di una cogestione genitoriale, i figli vanno ascoltati, anche e soprattutto quando non parlano, ma parla per loro il linguaggio del corpo”.
"Il lockdown delle attività processuali nei Tribunali fino al 12 maggio, con migliaia di cause in materia di famiglia bloccate, crea esasperazione nelle famiglie disgregate”, sottolinea Laganella, parlando di una situazione di "grande sofferenza e agitazione, anche in considerazione di un termine indefinito ed incerto delle attuali contingenze. Ed è proprio per questo che è importante non amplificare le conflittualità con l’ex partner per poter gestire i minori in vista del loro preminente interesse e del fondamentale diritto di avere rapporti continuativi con entrambi genitori nell’ottica del principio di corresponsabilità genitoriale".
"Occorre più che mai - dice ancora l'avvocato - accantonare le rivalse, che inevitabilmente si ripercuotono sui figli, vulnerabili, che percepiscono con ipersensibilità e suggestionabilità ogni sfumatura di risentimento tra i genitori, soffrendone più di quanto molti genitori siano disposti ad ammettere. Adesso - suggerisce - i genitori dovrebbero sforzarsi di elaborare insieme un calendario organizzativo 'mitigato' nei tempi e nelle modalità di permanenza del figlio, adattandolo con margini di elasticità e disponibilità reciproci. Il genitore collocatario potrebbe consentire ampi margini di libertà nei tempi delle telefonate o delle videochiamate all’altro genitore”.
In sostanza, secondo Laganella, i genitori non dovrebbero reputare i figli "come proprietà privata e comprendere che quello di intrattenere rapporti significativi con entrambi i genitori è innanzi tutto un diritto del proprio figlio e che le dinamiche oppositive degli adulti si riverberano innegabilmente sui minori, con effetti devastanti”.
L'avvocato Laganella parla anche di possibili soluzioni, come ad esempio "test sierologici rapidi al genitore che deve incontrare il figlio minore, così che la tutela della salute del minore e del genitore con lui convivente siano salvaguardate”. Ed evidenzia come questo sia "il problema più frequente nell’attuale contingenza epidemiologica, in cui il genitore collocatario 'abusa' dell’attuale normativa sul distanziamento, facendo ostruzionismo sul presupposto che il genitore non convivente col figlio, incontrandolo, potrebbe pregiudicare la sua salute e quindi gli vieta gli incontri, forte anche di pronunce giudiziali come quella del Tribunale di Bari”.
Un altro importante aiuto deve poi arrivare dagli avvocati familiaristi e dagli operatori sociali, che "dovrebbero evitare discutibili condotte troppo spesso interventiste o, al contrario, sterili e impersonali. Gli avvocati devono astenersi - secondo Laganella - dall’assumere un paradigma professionale contrappositivo per favorirne invece uno di stampo interattivo per il superamento del conflitto tra i genitori, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria. L’avvocato familiarista, come garante della tutela della famiglia, deve agire con rispetto della deontologia, ma soprattutto nell’onestà delle sue proposizioni: riconoscendo sempre - conclude - la priorità della tutela del minore a fronte delle esigenze dei suoi genitori. Il minore non è un caso giudiziario ma una persona”.