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Coronavirus, primi casi in Liguria, Toscana e Sicilia

In aumento le persone risultate positive: contagiata una turista di 72 anni ad Alassio, un caso a La Spezia, una bergamasca con il marito e un altro componente del gruppo a Palermo, e poi un imprenditore a Firenze e un informatico a Pescia in provincia di Pistoia. Salgono a 26 i contagi in Emilia Romagna

(Fotogramma)
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25 febbraio 2020 | 08.14
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Sono in aumento i casi di persone contagiate coronavirus. Primi casi si registrano anche in Liguria, Toscana e in Sicilia. Due i casi Liguria. Il primo ad "Alassio: manteniamo la calma, siamo preparati e affronteremo tutto come sempre" scrive il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.

In serata la notizia di un altro contagio a La Spezia. "E' un uomo di 54 anni, di nazionalità italiana, è ricoverato presso malattie infettive ed è in buone condizioni - ha detto il governatore ligure -. Era passato da Codogno negli ultimi 10 giorni. Stiamo ricostruendo la catena epidemiologica come fatto per Alassio". Sono 347 in tutto i soggetti in sorveglianza attiva su tutto il territorio della regione dei quali 25 per la Asl1 imperiese, 165 per l'Asl 2 savonese, 40 per Asl 3 di Genova, 33 per Asl 4 a Chiavari e 84 per Asl 5 spezzina.

La prima paziente, rende noto la Regione, è una turista, una donna di 66 anni, proveniente dalla zona di Codogno. Da quanto ricostruito la donna risiedeva in un albergo ad Alassio, nel savonese,  arrivata da Codogno insieme a un gruppo di turisti. Aveva fatto l'autodenuncia rivolgendosi, in orario notturno, all'ospedale di Albenga prima che scattasse l'ordinanza della Regione. La donna ieri nel pomeriggio era stata trasferita all'hub dell'ospedale San Martino di Genova. Intanto l'albergo di Alassio che ospitava la comitiva è in isolamento e la Regione annuncia che "il personale in servizio nei giorni scorsi dovrà sottoporsi a isolamento volontario". 

Il direttore del reparto Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, durante il punto stampa sul Coronavirus ha spiegato che "la paziente è in discrete condizioni generali, a conferma che questa infezione nella stragrande maggioranza dei casi decorre in maniera lieve e non grave".

"Stante agli esami di oggi pomeriggio, le condizioni sono discrete -ha aggiunto l'infettivologo- se non fosse stato per il momento epidemiologico del Paese, sarebbe una paziente trattata a domicilio". Bassetti ha poi aggiunto che nei riguardi della paziente non è ancora iniziata una terapia specifica ma "solo quella di supporto che si usa per la maggior parte delle infezioni come influenza o simil influenza". "Noi abbiamo tutti i farmaci, sperimentali e non -ha concluso-. Se le condizioni peggiorassero, siamo pronti ad usarli. La donna starà con noi due settimane".

Sono 325 le persone contagiate in 8 regioni e in una Provincia autonoma, secondo il monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale diffuso dalla Protezione civile. Di queste una persona è guarita, mentre 11 sono decedute. Nel dettaglio, i casi accertati di Coronavirus sono 240 in Lombardia, 45 in Veneto, 26 in Emilia-Romagna, 3 in Piemonte, 3 nel Lazio, 3 in Sicilia, 2 in Toscana, 2 in Liguria, uno nella Provincia autonoma di Bolzano.

E poi in Sicilia, dove "una signora lombarda è risultata positiva ma sono ancora in corso le ultime verifiche". Alla turista bergamasca di 66 anni ricoverata da ieri all'ospedale Cervello e al marito, risultato negativo al primo tampone e positivo al secondo, si è aggiunto anche un terzo componente del gruppo. I tamponi sono stati inviati all'ospedale Spallanzani di Roma per la conferma definitiva. Il gruppo di amici - in 30 erano arrivati a Palermo da Bergamo venerdì scorso - si trova in isolamento all'hotel Mercure.

Poco dopo l'Adnkronos ha appreso che, dopo un primo tampone risultato negativo, il marito della donna, una turista bergamasca, sarebbe risultato positivo al secondo tampone. Adesso i risultati saranno trasmessi all'Istituto Spallanzani per avere la conferma definitiva.

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MILANO - A quanto apprende l'Adnkronos Salute, sono arrivati i risultati dei primi test eseguiti sui 4 specializzandi dell'università Statale di Milano che erano entrati in contatto con il dermatologo del Policlinico cittadino risultato positivo. Due sono risultati positivi e in questo momento si trovano in isolamento al loro domicilio.

EMILIA ROMAGNA - Altri tre casi di positività al coronavirus, che portano a 26 il numero complessivo di contagiati in Emilia-Romagna: due cittadini di Modena, entrambi parenti della persona già risultata positiva, e uno a Piacenza. Per quanto riguarda i nuovi casi rilevati oggi, sette in totale, dei due parmensi rilevati dal laboratorio dell'Università di Parma, uno ha trascorso periodi di permanenza a Codogno ed è in isolamento a domicilio. L'altro, che aveva avuto contatti con la zona rossa del Lodigiano, è ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale di Parma. Negli altri due casi rilevati dal Crrem, il Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna, si tratta di un'operatrice sanitaria dell'ospedale Piacenza, in isolamento a domicilio, e di una persona di Rimini, ricoverata in ospedale, di ritorno da un viaggio all'estero. Complessivamente quindi, in Emilia-Romagna, a oggi i casi di positività sono 26: 18 a Piacenza, 4 a Parma, 3 a Modena e 1 a Rimini.

TOSCANA - In Toscana sono due i casi sospetti positivi che devono essere validati dall’Istituto superiore di sanità. Lo riferisce la Regione con una nota. Il primo caso, a Pescia (Pistoia), riguarda un informatico di 49 anni rientrato giovedì sera da Codogno, in Lombardia, dove ha soggiornato tre giorni per lavoro. Fin da venerdì scorso il 49enne si è messo in autoisolamento volontario su indicazione del medico di famiglia e sotto sorveglianza della Asl. Ieri mattina a seguito di un picco febbrile, ha contattato le strutture sanitarie che gli hanno mandato un'ambulanza del 118 a casa per portarlo, in isolamento, in ospedale a Pistoia per tutti gli accertamenti. L'uomo al momento è in buone condizioni di salute, in isolamento nel reparto di malattie infettive.

Il secondo caso, sospetto anch'esso, riguarda invece un imprenditore fiorentino di 63 anni che ieri mattina, alle ore 7.30, è giunto in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze con sintomi influenzali e difficoltà respiratorie ed è stato poi trasferito all'ospedale Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, nel comune di Bagno a Ripoli (Fi), in isolamento, nel reparto di malattie infettive. E' stabile e non intubato. In via preventiva sono comunque in corso sui due casi sospetti positivi indagini epidemiologiche relative ai contatti. Questi ultimi sono stati preventivamente sottoposti a isolamento domiciliare con sorveglianza attiva.

Secondo quanto si è appreso l'imprenditore ricoverato agli inizi di gennaio è rientrato da Singapore, dove si era recato per impegni di lavoro. Il 63enne vive a Firenze con la famiglia ed è titolare di un'azienda del settore della meccanica. Le autorità sanitarie stanno ancora contattando tutte le persone a lui vicine per ricostruire i contatti avuti nelle ultime settimane.

Nella tarda serata di martedì il sindaco di Pisa, Michele Conti, ha firmato un'ordinanza, su proposta dell'Area Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda Usl Toscana Nord Ovest, per disporre nei confronti di un residente a Pisa la misura della quarantena con sorveglianza attiva. L'ordinanza è stata notificata dalla Polizia Municipale. A quanto risulta, riferisce una nota del Comune, il soggetto sembra essere venuto a contatto con l'informatico di Pescia (Pt) risultato positivo al coronavirus. L'ordinanza obbliga il soggetto a sottoporsi alla misura della quarantena presso la propria residenza fino al prossimo 6 marzo (quattordicesimo dal giorno del contatto stretto) con sorveglianza attiva svolta dal personale sanitario della Usl Toscana Nord Ovest. Viene raccomandata, inoltre, la misura dell'isolamento fiduciario per la stessa durata anche per i soggetti conviventi.

PALERMO - Quello di Palermo è un caso ancora classificato come 'sospetto'. Si tratta di una turista bergamasca di 66 anni risultata positiva al coronavirus e ricoverata all'ospedale Cervello di Palermo. La donna, presente in Sicilia insieme al marito e a una comitiva turistica, è arrivata a Palermo prima dell’inizio della emergenza. Per la conferma definitiva si attende il responso dell'ospedale Spallanzani di Roma. La donna, che ieri si è sentita poco bene e ha chiamato il numero unico per le emergenze 112, è in isolamento dalle 14.30 di ieri, prima in albergo e poi in ospedale. Il nucleo Ncbr ne ha disposto il trasferimento, con un'ambulanza del 118, non appena avuto conferma del primo tampone positivo. L'ingresso in ospedale, fanno sapere dal nosocomio, è avvenuto da un accesso posteriore riservato, senza passare da altri reparti e con personale protetto. Il marito della turista è risultato positivo al secondo tampone. I 29 turisti arrivati con loro sono in isolamento nelle loro stanze dell'albergo nel centro di Palermo. L'Istituto superiore di sanità ha chiarito che non serve mettere in quarantena l'intero albergo, ma solo coloro che sono stati in contatto con la paziente. L'albergo ha bloccato gli ingressi, ma non può impedire l'uscita delle persone a meno di provvedimenti restrittivi da parte delle autorità.

BOLLETTINO SPALLANZANI - A Roma, nel bollettino odierno dello Spallanzani, si legge che sono stati valutati, ad oggi, nell'accettazione dell'Istituto 128 pazienti. Di questi, 83, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Quarantacinque sono i pazienti tutt’ora ricoverati. "Tutti i test di ricerca del nuovo coronavirus effettuati finora sono risultati negativi, ad eccezione della signora cinese che è in procinto di essere trasferita in degenza ordinaria essendo le sue condizioni cliniche in netto miglioramento" riferisce l'Istituto. Per quanto riguarda le condizione di salute del marito, già negativo al virus nei giorni scorsi, è "tuttora ricoverato in regime ordinario e prosegue il previsto piano di riabilitazione", precisa il bollettino dello Spallanzani.

L'Istituto annuncia poi che "onde potenziare il percorso di accettazione dei casi sospetti di infezione da nuovo coronavirus, si è provveduto ad ampliare, con l’ausilio della Protezione Civile Regionale, l’area di prima osservazione e triage, continuando a garantire così la massima protezione per gli operatori ed i cittadini".

Lo Spallanzani ha creato un 'triage' da campo come primo filtro nell'accoglienza di possibili pazienti sospetti per coronavirus. È il 'Pass' (Posto assistenza socio sanitario), 4 sale visite su 700 metri quadri di struttura gonfiabile, allestita dalla Protezione civile della Regione Lazio. I medici accoglieranno in tuta e mascherina chi arriverà in ospedale e procederanno a scremare i possibili casi di coronavirus da altre patologie e separare i percorsi per l'accesso in ospedale. La struttura gonfiabile usata qui allo Spallanzani arriva dal post terremoto di Amatrice.

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