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Milano, vietato fumare alle fermate dei bus

Il sindaco Sala: "Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto. Da subito non lo permetteremo alle fermate dell’autobus e in coda ai servizi pubblici". Protesta la Lega

(Fotogramma)
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18 gennaio 2020 | 13.12
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Entro il 2030 il Comune di Milano punta a vietare il fumo di sigarette all’aperto e, tra poco, lo vieterà alle fermate degli autobus. "Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto", dice il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, incontrando i cittadini del quartiere Isola e rispondendo alle domande sul clima e sugli interventi per l’ambiente. "Da subito non lo permetteremo alle fermate dell’autobus", aggiunge e poi anche "in coda ai servizi pubblici, dove non si dovrebbe fumare". 

Parlando ai giornalisti, Sala ha spiegato che questa è "la visione della giunta", tutto poi dovrà passare dal consiglio comunale ed è tutto parte del regolamento aria-clima. La questione delle fermate degli autobus e delle code può essere affrontata invece con un’ordinanza. "Se approvato il regolamento, conterrà regolamentazione di tanti aspetti perché il vero rischio è che si riduca il discorso a a traffico e riscaldamento ma c’è altro. Incidono anche il fumo, le pizzerie, gli ambulanti con i motori a benzina accesi. Bisogna fare tutti la propria parte", conclude.

Il problema dell’aria e dello smog a Milano è "una delle questioni più frustranti per me", ammette Sala. "Lavorandoci intensamente, so che un problema che si è creato in 100 anni non si risolve in 100 giorni. Io ribatto alle critiche dicendo: ‘dimmi cosa non sto facendo’".

Ci sono, secondo il sindaco, questioni lunghe da affrontare. "Noi - spiega - non crediamo ad esempio al sistema delle targhe alterne. Stiamo preparando un regolamento ‘aria-clima’ che andrà in dibattito e pensiamo di poter adottare per marzo, che riparte dalle causi dell’inquinamento, che sono plurime. Ci sono quelle più evidenti, come il riscaldamento e il traffico, ma incidono anche il fumo di sigarette, i forni delle pizzerie, gli ambulanti con motori a benzina accesi. Incidono una serie di cose: il regolamento andrà a stabilire formule e obblighi".

L’obiettivo del sindaco, in particolare, è che "tutti gli edifici del Comune entro il mio mandato abbandonino il gasolio oppure avviino la gara per toglierlo. Prometto che non ce ne sarà nemmeno uno". A Milano, "ci sono in tutto 1.300-1.500 condomini a gasolio e 200 con le biomasse, ovvero riscaldati con la legna. E il momento di parlarne con gli amministratori dei condomini".

Ovviamente, aggiunge, "noi non possiamo pagare" gli interventi di sostituzione delle caldaie, "ma possiamo ripensare con le banche a un sistema di credito per aiutare gli interventi legati all’ambiente. Quei 1.500 condomini devono passare al metano: ma chi lo fa deve essere aiutato", conclude.

Sulla decisione di Sala interviene la Lega, che protesta dopo l'annuncio del sindaco. "Come ogni weekend la magica fabbrica di armi di distrazione di massa 'made in Milano', produce nuove trovate di marketing, e il signor Sala annuncia una stretta sul fumo in città. Purtroppo gli annunci non bastano per fare del bene ad una città in cui l’amministrazione ha cannato tutte le politiche ecologiche, da Area C ad Area B", osserva Alessandro Morelli, deputato e capogruppo della Lega a Palazzo Marino.

"Il signor Sala - aggiunge - ha usato l’ecologia per tassare i cittadini e fare cassa salvandosi la faccia. Non basterà spegnere le sigarette in strada affinché l’aria di Milano diventi pulita, forse bisognerebbe cambiare sindaco". Paolo Grimoldi, deputato della Lega e commissario della Lega Salvini Premier in Lombardia non sa "se ridere o piangere" per la battaglia contro le sigarette.

"Il vero problema dello smog - dice -arriva dalla A4 perennemente intasata a nord della città e delle tangenziali che circondano il perimetro cittadino. La prima cosa da fare sarebbe ‘la cura del ferro’ ovvero potenziare la rete ferroviaria e delle metropolitane". Il problema è che "Trenitalia fa di tutto per rendere i viaggi dei pendolari verso Milano un calvario quotidiano, così molti prendono l’auto intasando la A4 e le tangenziali, e i tempi da lumaca per prolungare la metro a Monza significano altre decine di migliaia di veicoli in strada ogni giorno a inquinare, bloccando la A4 e le arterie collegate".

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