"Credo sia un favore fatto alla mafia". A dirlo all'Adnkronos è Tina Montinaro, vedova di Antonio, il capo scorta del giudice antimafia, Giovanni Falcone, che perse la vita nella strage di Capaci con i colleghi Vito Schifani e Rocco Dicillo, e la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, a proposito della decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha chiesto all'Italia di riformare la norma sull'ergastolo ostativo. "Qui stiamo parlando di persone che hanno distrutto un Paese, hanno sventrato con il tritolo un'autostrada, seminato morte e dolore, ucciso servitori dello Stato, sciolto nell'acido esseri umani. L'Italia non è un paese di torturatori e i mafiosi già oggi trascorrono ben pochi anni in galera. La Sicilia ha pagato uno prezzo altissimo a Cosa nostra e per anni è rimasta sotto il gioco della violenza mafiosa. Facciamo attenzione perché il rischio è di vanificare la strada fatta nella lotta alla criminalità organizzata e fare un favore proprio ai mafiosi".
"Il nostro è un sistema garantista - aggiunge -, ai mafiosi in carcere non viene fatto mancare nulla. Provenzano malato è stato curato, ma credo che chi ha sbagliato debba pagare il suo conto con la giustizia. Negli ultimi tempi parecchie decisioni mi offendono, non solo come parente di una vittima di mafia, ma soprattutto come cittadina italiana. Credo che si stia rischiando di tornare indietro. Condivido in pieno le parole di Maria Falcone". Cosa si aspetta adesso dalla politica? "Voglio fatti, perché i tweet adesso non bastano più. Lo Stato deve dimostrare che chi ha lottato la mafia e pagato sino al sacrificio estremo della vita non sarà dimenticato e messo da parte", conclude.