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"Qui non li vogliamo", Casal Bruciato contro alloggio a rom

Presidente Municipio IV: "Una parte politica fomenta l'odio razziale". CasaPound: "Qui per sostenere i residenti". Noemi, che ha occupato e poi liberato la casa: "Ora in tenda fino a soluzione"

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)
08 aprile 2019 | 13.49
LETTURA: 7 minuti

Da Torre Maura la protesta si sposta nel quartiere di Casal Bruciato, sulla Tiburtina, dove alcuni residenti stanno protestando da ieri per l'assegnazione di un alloggio a una famiglia rom in via Facchinetti. "Quell'alloggio - spiega all'Adnkronos Fabrizio Montanini del comitato di quartiere di zona 'Beltramelli-Meda-Portonaccio' - era occupato da una ragazza con un figlio di pochi mesi. E noi siamo qui a supporto dei cittadini di Casal Bruciato e di questa giovane romana e del suo bambino: vogliamo che a loro e non ai rom venga assegnato questo appartamento o che comunque le sia trovata una sistemazione. Qui, come è stato a Torre Maura, i rom non li vogliamo".

Ma la presidente del Municipio IV Roberta Della Casa dice all'Adnkronos che "la famiglia rom si è allontanata da ieri sera e non ha intenzione di tornare. E' assurdo che una famiglia regolarmente assegnataria, che ha i requisiti e pescata dalla graduatoria, non possa accedere all'abitazione a lei assegnata per le proteste dei residenti strumentalizzati da una certa parte politica. Qui parliamo di diritti, in questa famiglia di etnia rom, composta da 5 persone, c'era anche un minore e avevano i requisiti", aggiunge, spiegando che sul posto "c'è l'assemblea di CasaPound a fomentare gli animi".

"E' assurdo, la famiglia rom è stata scortata dai carabinieri - sottolinea la presidente del Municipio IV - Con il clima che c'è qui non credo che abbiano intenzione di tornare. La famiglia aveva avuto regolare assegnazione, ora cercheremo una seconda proposta da potergli fare. Posso aggiungere che sicuramente non era una famiglia sgombrata da un campo e che aveva tutte le carte in regola per avere questa casa. Tra i requisiti c'è anche quello di un'occupazione lavorativa, perché nelle case popolari ci sono da pagare i canoni di locazione, anche se sono minimi, e deve essere garantita la solvibilità del canone". "Molte di queste situazioni sono purtroppo strumentalizzate da una parte politica che fomenta l'odio razziale - rimarca - Quando sono arrivata qui ho sentito qualcuno che diceva che i rom sono tutti ladri ma l'esperienza amministrativa mi dice che molti reati invece vengono commessi da italiani. Generalizzare rispetto all'etnia è qualcosa che mi riporta molto lontano nel tempo, il fascismo c'è stato tanti anni fa e mi auguro che non si torni a quello".

In merito all'appartamento "è stato occupato questa mattina ma si tratta di un'occupazione strumentale, infatti è stata un'occupazione lampo - dice Della Casa - A questa ragazza con il bambino è stato detto che occupando l'appartamento rischiava una denuncia penale spiegandole che poi questa cosa avrebbe compromesso future assegnazioni. Così molto serenamente è stata fatta uscire". "Per quanto riguarda l'appartamento in questione ci stiamo attivando per il cambio della serratura e per accogliere chi ne avrà diritto", aggiunge la presidente. Quanto alla ragazza "abbiamo dato la disponibilità a fare tutte le verifiche e a dare l'assistenza del caso".

"Ho un bambino di sei mesi, abitavo con mia nonna e altre sette persone in una casa piccolissima e ho bisogno di una casa. E questa mattina ho occupato questo appartamento", racconta all'AdnKronos Noemi, la giovane che questa mattina ha occupato, e poi liberato, l'appartamento di via Facchinetti (GUARDA IL VIDEO). "Mi fermerò in questa tenda che hanno allestito nel cortile fino a quando non verrà risolta questa situazione e - sottolinea - daranno un'abitazione a noi italiani che ne abbiamo bisogno".

''Gli uffici del Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative di Roma Capitale hanno preso contatto con la famiglia a cui è stato legittimamente consegnato venerdì 5 aprile un alloggio popolare in via Cipriano Facchinetti. La famiglia ha sporto regolare denuncia per minacce subite nella giornata di ieri e gli uffici competenti sono impegnati nel trovare una soluzione al fine di tutelare la famiglia e il rispetto delle norme'', si legge in una nota del Campidoglio che aggiunge: ''Le assegnazioni delle case di Edilizia Residenziale Pubblica vengono effettuate esclusivamente e scrupolosamente in base alla disponibilità degli immobili e all'ordine delle graduatorie, escludendo qualsiasi discriminazione, possa essere essa di etnia, credo o religione. Le graduatorie rispettano i dettami della normativa regionale vigente e sono stilate in base ai criteri stabiliti nel bando comunale, che è stato emanato nel 2012''.

Da parte sua Davide Di Stefano, responsabile romano di CasaPound, fa sapere che la presenza a Casal Bruciato, dopo Torre Maura, è "in sostegno della protesta dei residenti del quartiere contro l'assegnazione di una casa popolare ai rom che è stata impedita". Per Di Stefano "è inammissibile che famiglie italiane col massimo punteggio in graduatoria ed in attesa da anche dieci anni di una casa popolare vengano scavalcate da rom e stranieri. Questo è il vero razzismo ma i romani non sono più disposti a subire e noi siamo con loro. Mercoledì - conclude Di Stefano - saremo in piazza a Casalotti, in un altro quartiere popolare, dove vogliono trasferire i rom di Torre Maura". La manifestazione si svolgerà alle 18 in via di Casalotti.

"Li ho visti in televisione e mi sono detta 'di nuovo questi?' Prima a Torre Maura e ora qui, lì festeggiavano con 'abbiamo vinto noi, abbiamo vinto noi', una cosa che non si sopporta". Antonietta, 85 anni, è scesa in strada questo pomeriggio per esprimere il suo dissenso per le proteste (GUARDA IL VIDEO). "Mi fate schifo, siete fascistoni e mi fate schifo", ha detto rivolta a chi protestava.

''Casapound non ci fa paura. Roma resta una città aperta e dei diritti. Non sarà mai la città dell'odio. Siamo tutti con Roberta Della Casa Presidente IV Municipio. Ascoltate attentamente le sue parole''. Così su Facebook la sindaca di Roma Virginia Raggi che ha postato un video della minisindaco. "Un gruppo di militanti di Casapound ha impedito ad una famiglia di prendere possesso della casa assegnata da Roma Capitale in base ad una graduatoria pubblica e regolare. Glielo ha impedito perché si tratta di una famiglia rom: una famiglia che nel 2012, quando governava la destra di Alemanno, ha partecipato al bando per l'assegnazione delle case popolari. La casa è stata loro assegnata regolarmente'', si legge ancora nel post.

''Casapound ha soffiato sull'intolleranza, ha puntato il dito contro un uomo, una donna e i loro sei bambini. E, se è vero quanto affermato dalla stessa famiglia che ha presentato denuncia, avrebbe minacciato di bruciarli vivi. Hanno creato un clima di odio e terrore al punto che i nostri uffici, per garantire la loro incolumità e la vita di questi sei bambini, sono costretti ad assegnare un altro appartamento alla famiglia", ha aggiunto sottolineando: È paradossale che ad impedire l'ingresso in un appartamento siano gli stessi che occupano abusivamente un intero stabile in centro città. È un momento triste per la città, è un momento triste per la nostra comunità. Noi romani non ci stiamo ad essere accomunati ai razzisti. Casapound non ci fa paura. La legge va rispettata, sempre! Non abbiamo alcuna intenzione di cedere alla loro prepotenza. Roma resta una città aperta e dei diritti. Non sarà mai la città dell'odio''.

"CasaPound non ha mai minacciato nessuno. La sindaca dovrà rispondere delle sue affermazioni gravissime e diffamatorie: quereleremo la Raggi e chiunque altro si permetta di attribuirci parole e comportamenti che non ci appartengono'', sottolinea in una nota CasaPound Italia.

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