"Tutte segnalazioni portano dentro le mura, nessuno ci mette faccia" dice all'Adnkronos il legale Laura Sgrò
Sono trascorsi 38 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, la figlia del commesso del Vaticano di cui non si è più saputo nulla e quel che più sconcerta la famiglia è che arrivano "tante segnalazioni", ma nessuno ci mette la faccia. L'avvocato Laura Sgrò è presente al sit in, organizzato a Roma da Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, per fare luce sulla scomparsa della sorella, per non dimenticare.
"Pietro - racconta all'Adnkronos l'avvocato Sgrò - sta facendo un dettagliato resoconto dei 38 anni tra inchieste dello Stato italiano e del Vaticano, le tante domande rimaste senza risposte. Anche i rapporti strani e anomali di questi anni. Soprattutto sulla seconda inchiesta chiusa da Pignatone che ora si trova a capo del tribunale Vaticano".
"Il grande dispiacere di Pietro - racconta il legale - è che tante persone fanno segnalazioni e poi non vogliono metterci la faccia e questo crea grande disagio e rabbia. O si denuncia per intero o si tace. Anche in questo momento arrivano segnalazioni relative al cimitero Teutonico sulla vicenda delle tombe. Vogliono che noi continuiamo a verificare quella operazione". Segnalazioni, cose dette a metà, che arrivano " da persone che orbitano nei pressi del Vaticano. Si dice ma poi non ci si mette la faccia, il che dispiace ancora di più. La cosa che più colpisce - dice l’avvocato- è che qualunque segnalazione sulla vicenda di Emanuela porta dentro le mura vaticane, il che è significativo e sconfortante". E poi, dice Pietro Orlandi al sit in, ci sono i "silenzi del Papa". Osserva l'avvocato Sgrò in proposito: " Il Papa dicesse qualcosa in un senso o in un altro. Il silenzio è foriero di dubbi e cattivi pensieri. E sulle spalle della famiglia Orlandi incombono 38 anni angoscianti".