L’Europa e in particolare un gruppo di Paesi europei che include l’Italia spende troppo poco per la Difesa. È un tema rilevante per la Nato e lo è a maggior ragione di fronte alle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina e all’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. I numeri fotografano lo squilibrio nella contribuzione dei Paesi membri che si deve confrontare con la richiesta ormai esplicita di aumentare la soglia verso il 3% del Pil. Se nel 2023 solo gli Stati Uniti e pochi altri paesi europei superavano la soglia minima del 2%, oggi il rapporto 2024 prodotto dall’Alleanza stima che 23 alleati raggiungeranno la soglia del 2% del PIL, con un aumento complessivo della spesa del 18%. Dal 2022 al 2024 l’aumento della spesa è stato considerevole per la Polonia (4.1%), Estonia (3,2%) e Lettonia (3,2%) a causa della vicinanza ai confini con l’Ucraina. Al contrario, Italia, Croazia, Portogallo, Canada, Belgio, Lussemburgo, Slovenia e Spagna, sono ampiamente sotto il 2%, con una spesa dell’1,49%. Le pressioni di Trump, che ne ha ampiamente parlato durante la sua campagna, e che dovrebbero portare a una richiesta formale di adeguamento già nei primi mesi del suo nuovo mandato da Presidente degli Stati Uniti, sono sostenute anche da un’altra evidenza. Sebbene il PIL aggregato degli Alleati sia comparabile al PIL statunitense, la spesa dei primi per la difesa ammonta a meno della metà degli sforzi degli Stati Uniti, che certamente coprono anche priorità al di fuori della scena euroatlantica. Per l’Italia, adeguarsi anche solo parzialmente alle aspettative americane vorrebbe dire rivedere in maniera consistente il proprio bilancio. In presenza di limitate risorse disponibili, sulle scelte che dovrà fare il governo italiano, con il sostegno del Parlamento, pesano anche le regole del nuovo patto di stabilità che rendono ancora più gravoso un significativo aumento degli investimenti per la difesa.