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Taurianova Capitale italiana del Libro 2024, è polemica

I sindaci delle 4 città finaliste chiedono la "sospensione, in autotutela, della procedura di selezione e proclamazione". La replica del presidente della Giuria, Bruni: "Seguiti criteri del decreto, nessun timore di ricorsi"

Libri (Fotogramma)
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13 febbraio 2024 | 13.56
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Taurianova, cittadina della Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, è la Capitale del Libro 2024. È stata confermata la scelta fatta ieri dalla Giuria del Ministero della Cultura, presieduta da Pierfranco Bruni, e composta da Incoronata Boccia, Gerardo Casale, Antonella Ferrara e Sara Guelmi, che aveva sottolineato nelle motivazioni le grandi potenzialità del progetto.

"Il progetto di Taurianova - era scritto nelle motivazioni - è stato premiato perché rappresenta, per una realtà piccola, la strada di una crescita o addirittura una rinascita attraverso la realizzazione di infrastrutture culturali, materiali, immateriali e valoriali, capaci di irradiare i propri effetti virtuosi anche sul territorio circostante". Ma i sindaci delle 4 città finaliste chiedono la "sospensione, in autotutela, della procedura di selezione e proclamazione". La scelta di Taurianova era stata anticipata prima della proclamazione ufficiale dal sottosegretario della Lega, Claudio Durigon.

"La scelta ricaduta su Taurianova da parte della Giuria ha di sicuro più fattori di merito, ma il più rilevante non può che essere quello legato al valore del riscatto di un territorio sulla criminalità - ha dichiarato la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni - La cultura come imbattibile strumento per la diffusione della legalità e per il rilancio sociale ed economico delle comunità, un supporto fondamentale in mano alle amministrazioni e ai cittadini per spazzare via ogni forma di mafia".

La polemica

Ma è scoppiata la polemica. I sindaci delle quattro città finaliste del concorso (Trapani, San Mauro Pascoli, Tito e Grottaferrata) hanno avanzato una richiesta di sospensione in autotutela della procedura di proclamazione di Taurianova a Capitale italiana del Libro 2024.

La richiesta in una nota inviata "singolarmente ma d'intesa" da ognuno di loro al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Il prossimo passo potrebbe essere una richiesta di accesso agli atti per valutare la percorribilità di un eventuale ricorso. "Siamo davanti a una decisione politica", dice all'Adnkronos il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ricordando che la Giuria ha individuato nel progetto presentato dal Comune di Taurianova "un'occasione di riscatto in una terra piagata dalla 'ndrangheta, che attraverso la cultura può mettersi in cammino. Ma la Commissione o valuta tecnicamente la bontà di un progetto oppure se fa una valutazione politica, come in questo caso, a cosa serve indire un bando nazionale? E' l'approccio che è sbagliato".

"Nel Sud d'Italia, e non solo, ci sono tante Taurianova - dice ancora Tranchida - Io sono d'accordo sul fatto che sia necessario intervenire in tante realtà del Mezzogiorno piagate da fenomeni criminali, ma non è questa la strada. Se diciamo che la criminalità organizzata ha fatto di questi territori carne da macello, allora il compito del Governo è aiutarli, stanziare risorse per le aree depresse, ma non con un bando di questo tipo". C'è poi un altro aspetto che per il primo cittadino di Trapani e per gli altri colleghi 'esclusi' merita un approfondimento. Nei giorni scorsi il sottosegretario della Lega, Claudio Durigon, aveva anticipato la designazione di Taurianova come vincitrice del titolo, basandosi su un'indiscrezione ricevuta dal sindaco della cittadina calabrese, Roy Biasi.

"La notizia è trapelata prima dell'ufficialità del ministero della Cultura - dice adesso Tranchida - Nessuno si vuole iscrivere alla cultura del sospetto ma la decisione non è cristallizzata fino a quando non viene suffragata da un decreto del ministro e successivamente da una delibera del Consiglio dei ministri. Anche perché la Giuria fa una proposta al ministro, che non è obbligato a fare il 'notaio'", conclude. Da qui la richiesta di sospensione in autotutela per un "necessario approfondimento", anche perché "quel concorso prevede lo stanziamento per la vincitrice di 500mila euro, una somma ingentissima di soldi pubblici".

''Siamo contenti di essere arrivati in finale, perché non era scontato, ma delusi dalla modalità con cui siamo venuti a sapere della decisione finale - dice all'Adnkronos anche il sindaco di Grottaferrata, Mirko Di Bernardo - La dinamica di quanto avvenuto è paradossale, ci ha spiazzato. C'è bisogno di un approfondimento, vogliamo capire. Il tema non è entrare in polemica con altre città ma la serietà della procedura. Vogliamo essere sereni che tutto sia andato nel modo giusto. Sicuramente Grottaferrata farà un accesso agli atti''.

''Qualche ora fa abbiamo scritto una lettera congiunta con i sindaci delle altre quattro città finaliste escluse (Trapani, San Mauro Pascoli e Tito), in cui chiediamo al ministro Sangiuliano una riunione urgente e di sospendere momentaneamente gli atti per avere un chiarimento rispetto alla dinamica di quanto avvenuto con informazioni uscite prima della decisione ufficiale''.

A parlare all'Adnkronos è anche il sindaco di Tito, Graziano Scavone. ''Ci auguriamo che il ministro della Cultura ci convochi. Occorre fugare i dubbi con gli opportuni approfondimenti su un'operazione che quantomeno non appare chiara. Insieme agli altri Comuni - dice Scavone - abbiamo chiesto un incontro urgente. Aspettiamo che questa richiesta venga accolta perché non poche sono le perplessità''.

Bruni: "Seguiti criteri del decreto, nessun timore di ricorsi"

A stretto giro la replica di Pierfranco Bruni, presidente della Giuria. "Possono fare tutti i ricorsi che vogliono. Come Commissione 'tecnica' siamo tranquilli. Sono stati adottati tutti i criteri del decreto, dal punto di vista burocratico e amministrativo - dice all'Adnkronos - Il verbale è stato chiuso lo scorso 6 febbraio. Taurianova è stata votata all'unanimità".

E aggiunge: "Siamo partiti dalla positività del progetto, ma soprattutto da tutti quegli elementi, potenziali, di sviluppo del territorio. Accanto a Taurianova c'era anche Tito, in provincia di Potenza, con un buon progetto. Lo ripeto - conclude Bruni - il verdetto non cambia. Il ministro della Cultura ha già scelto".

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