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In scena a Roma "Il grande buio", protagonista Odoardi

Il regista Igor Maltagliati dirige il giovane attore calabrese in una piece "tarantiniana"

In scena a Roma
26 marzo 2025 | 13.36
LETTURA: 4 minuti

Il cinema alla Quentin Tarantino…a teatro. Venerdì 28 e sabato 29 marzo alle 21, e domenica 30 marzo alle 17.30, al teatro Santa Francesca Romana, in piazza Nerazzini a Roma, va in scena “Il grande buio”, una piece teatrale dal sapore 'tarantiniano', diretta dal regista Igor Maltagliati che vede come protagonista l’attore calabrese Giovan Battista Lillo Odoardi, appena 20 anni ma con alle spalle esperienze anche internazionali (nel cast Raffaella Afeltra, Nicole Mastroianni, Diego Nencioni, Giada Valentini, Alfredo Angelini, aiuto regia e coreografie di Elena Bertuccioli).

'Il grande buio' è una piece grottesca e surreale, violenta e satirica; una commistione di humor nero ed effetti 'granguignoleschi', nonché un viaggio nell’inconscio dei protagonisti e un’evidente metafora dei tempi bui che il nostro mondo sta tragicamente vivendo. Toni e Giò, questa la trama, sono due compagni, colleghi di lavoro, forse persino amici. Lavorano per 'Il Capo', l’incarnazione del male e della violenza organizzata e sdoganata come bene primario e necessario. Sono il braccio armato del Capo, i suoi sicari spietati e disinvolti, ruotine di un meccanismo ben oliato. I due vivono aspettando il prossimo omicidio. Così si sono costruiti un modello personale in bilico tra follia e realtà. E quando del tutto inopinatamente il Capo li costringerà ad assumere la figlia Milly per farla diventare parte integrante del gruppo di killer, l’equilibrio, già precario, crollerà di schianto.

"Il grande buio è in realtà una sceneggiatura cinematografica riadattata per il teatro, è un'opera attualmente opzionata da una compagnia di Los Angeles e ho pensato di crearne una versione per il palco”, spiega Maltagliati, che nella sua carriera di regista e sceneggiatore vanta titoli come il lungometraggio “Tuttoliscio!”, con Maria Grazia Cucinotta, Ivano Marescotti, Serena Grandi e Piero Maggiò (debutto in prima mondiale nel febbraio 2019 all'“Italia/Los Angeles film festival” di Pascal Vicedomini); La banalità del crimine; Il bastardo innocente; Il mistero di Lovecraft, che nel 2005 si aggiudicò il Fantafestival Italiano; nonché i cortometraggi Locked e Nuit americhen, vincitori di svariati premi anche internazionali (a breve uscirà il lungometraggio indipendente "Trip”). “Il grande buio - aggiunge Maltagliati - è una storia che prende spunto dalla poetica tarantiniana ma coniugata a una profondità e drammaticità più marcatamente europei, chiavi di lettura che approfondiscono i caratteri e conficcano il paletto dei contenuti un po’ più a fondo, come io credo sia necessario in teatro. Amore e morte, violenza e gusto per la farsa, per il dramma mascherato dal divertimento. La vita è buffa e terribile insieme, ed è questo binomio apparentemente inconciliabile che mi interessa”, conclude Maltagliati.

Quello del giovane talento Odoardi, nella sua interpretazione, “è un viaggio tra crimine e sentimento nel cuore oscuro di Tony”, spiega l’attore calabrese, che ha recitato in “Mina Settembre 3” su Rai1 e fatto parte in un cameo del cast di “Emily in Paris” in onda su Netflix. Odoardi, che ha esordito al cinema ne "La Versione di Giuda" e "Corpo Vivo Fra Gli Alberi", farà anche parte del cast della serie “Sandokan”, girata anche in Calabria e che andrà in onda su Rai1, ed è anche nel cast di “Champagne”, pellicola omaggio a Peppino di Capri, in onda su Rai1, e del tv movie “Seduci, Svaligia e Scappa”.

“Interpretare Toni – osserva Odoardi - mi ha costretto a esplorare profondità dell’animo umano che spesso rimangono inaccessibili nella vita di tutti i giorni. Toni è un uomo privo di morale e dominato da un senso di superiorità. È istintivo, freddo, indifferente, una tigre senza alcun rimorso. Ma proprio in questa oscurità, in questa apparente assenza di umanità, si insinua un sentimento che lo destabilizza: l’amore per Milly. Quella tra Toni e Milly – prosegue l’attore - non è una storia d’amore tradizionale. Lei è padrona della loro relazione, lo guida, lo tiene sulle spine. Nonostante la lucidità criminale, la sua capacità di riconoscere il pericolo e di prendere decisioni estreme, Toni si dimostra cieco di fronte ai segnali di Giò. Un contrasto, questo, che mi ha colpito profondamente: un uomo capace di tutto eppure vulnerabile di fronte al sentimento più autentico e sfuggente”.

“Questo spettacolo, scritto come se fosse un copione cinematografico – spiega ancora Odoardi - si ispira ai modelli del grande cinema gangster americano. Si percepisce l’influenza di quel mondo cinematografico dove il crimine è anche estetica, psicologia e destino. Toni, nel modo in cui lo incarno, non è un criminale spinto dalla disperazione o dal bisogno. No, il crimine per lui è un linguaggio, un modo di esprimersi, quindi qualcosa di ancora più spaventoso. Eppure, persino lui non è immune all’amore, forza capace di incrinare anche le corazze più impenetrabili. Lavorare con un cast di eccellenze della recitazione - conclude Odoardi - rende questa esperienza intensa e stimolante. La sinergia tra gli attori permette di portare in scena una storia di azione e violenza, certo, ma anche emozione e profondità psicologica. Sono orgoglioso di far parte di questo progetto e non vedo l’ora di condividere con il pubblico il viaggio di Toni, un viaggio che esplora i confini tra crimine e sentimento, istinto e vulnerabilità, buio e luce”. Per info e prenotazioni: cell 3519455729, email: teatrosfr@gmail.com.

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