
La casa-museo del poeta acquisisce il Fondo Cervis Maroni c'è anche il diario della moglie Maria Hardouin duchessa di Gallese
"Mio caro Gabriellino, mi giunge la notizia della tua caduta e della tua ferita. Ne sono molto afflitto. So che soffri meno e che sei per guarire; ma immagino la tua impazienza. Io ero per venire a Roma; ma molti impedimenti ritardano il mio viaggio. Sono stato a Milano per affrettare la costituzione della mia squadriglia. Molti mi hanno chiesto di te". Così Gabriele d'Annunzio (1863-1938) scriveva al secondogenito Gabriellino il 30 marzo 1918 (Sabato Santo), in una delle 15 lettere inedite, indirizzata all'ospedale militare del Celio a Roma, dove si trovava allora ricoverato il figlio, nel reparto ufficiali, per alcune ferite al viso e commozione cerebrale in seguito ai combattimenti della Grande Guerra.
La missiva è stata resa nota dalla Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, presieduta dallo storico e scrittore Giordano Bruno Guerri, alla vigilia della presentazione dell'acquisizione del Fondo Cervis Maroni: si tratta di lettere autografe, alcune delle quali inedite, dedicate a Gabriellino, del diario della moglie Maria Hardouin duchessa di Gallese, dove venivano annotati i conti domestici e, fra le curiosità, di un pigiama e un magnifico anello di Gabriele d'Annunzio.
La presentazione del Fondo Cervis Maroni nella casa-museo del Vate a Gardone Riviera si tiene domani, sabato 5 aprile, alle ore 17, in occasione della consegna della prima edizione del Premio L'Officina del Vittoriale, un riconoscimento istituito per onorare gli studiosi che hanno dato un contributo significativo alla cultura e alla ricerca. Il presidente Giordano Bruno Guerri consegnerà il riconoscimento a Maurizio Serra, diplomatico, storico e scrittore, l'unico italiano in cinque secoli a essere entrato a fare parte degli Immortali dell'Académie Française. Nell'occasione saranno presentate anche le novità degli Archivi del Vittoriale, tra cui l'Enciclopedia Digitale Dannunziana, un progetto di digitalizzazione degli archivi .
Nel Fondo Cervis Maroni, spiega Guerri all'Adnkronos, ci sono 15 lettere inedite datate o databili tra il 1916 e il 1918 a Gabriellino. In queste missive il poeta si preoccupa di procurare al figlio - impegnato anche lui nella Prima guerra mondiale - nuove divise, di collocarlo nell'Aviazione e delle sue condizioni di salute dopo che verso la fine del marzo 1918 era stato ricoverato in ospedale. "Mandami notizie. Ti scrivo in fretta, sul punto di partire per la III Armata. Ti riscriverò? Sei ben curato? Mammà viene a vederti? Ti abbraccio teneramente", scriveva tra l'altro il poeta nel giorno di Sabato Santo del 1918, firmandosi "Il tuo Gabriele".
Due giorni dopo, il 1° aprile 1918, una nuova lettera veniva spedita all'ospedale del Celio: "Mio caro Gabriellino, come stai? Fammi mandare una parola, se non puoi scrivere. Penso a te con pena. Desidero che tu guarisca senza indugio. Dimmi che quel che io possa. Soffro per la morte di Claudio Debussy. Non so più dove berrò per dimenticare me medesimo. Ti abbraccio. Il tuo Gabriele".
(di Paolo Martini)