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Papa Francesco ricoverato: "Ho ancora bisogno di cure per la mia bronchite"

Bergoglio non ha potuto presiedere alla messa per il Giubileo degli artisti, ma ha fatto leggere un suo messaggio

Papa Francesco - Ipa/Fotogramma
Papa Francesco - Ipa/Fotogramma
16 febbraio 2025 | 12.45
LETTURA: 4 minuti

Papa Francesco ha ancora bisogno di cure “per la bronchite”. Bergoglio, ricoverato al Gemelli da tre giorni, ha dovuto rinunciare oggi a guidare l’Angelus in ottemperanza alle richieste dei medici che gli hanno prescritto l’assoluto riposo. Ma ha voluto che si conoscesse il suo pensiero e pur non pronunciandolo con la sua voce lo ha fatto pubblicare.

L'ultimo bollettino

L’ultimo bollettino diffuso dal Vaticano ha fatto sapere che “Papa Francesco ha riposato bene durante la notte. Le condizioni cliniche sono stazionarie e prosegue l'iter diagnostico terapeutico prescritto dallo staff medico. Questa mattina ha ricevuto l’Eucarestia ed ha seguito la Santa Messa in televisione. Il pomeriggio ha alternato la lettura al riposo”, spiega il Vaticano.

Nell’aggiornare sulle condizioni di salute del Pontefice, la Santa Sede non specifica ancora una data possibile per la fine del ricovero al Gemelli. I medici hanno prescritto al Pontefice il “riposo assoluto”. Ieri nel nuovo aggiornamento era stato specificato che il Pontefice non aveva più la febbre confermando l’infezione alle vie respiratorie e il “miglioramento di alcuni valori”. Oggi nel nuovo aggiornamento il quadro clinico è stato definito “stazionario”.

Oggi Bergoglio alle 10 avrebbe dovuto presiedere nella Basilica vaticana la messa per il Giubileo degli artisti e del mondo della cultura. La messa è stata invece presieduta dal cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero per la Cultura e l’Educazione che, nel corso della celebrazione, ha letto il testo dell’omelia che il Papa ha preparato per l’occasione.

Il testo dell'omelia

“Fratelli e sorelle, buona domenica! Oggi in Vaticano è stata celebrata l’Eucaristia dedicata in particolare agli artisti venuti da varie parti del mondo per vivere le Giornate giubilari. Ringrazio il Dicastero per la Cultura e l'Educazione per la preparazione di questo appuntamento, che ci ricorda l’importanza dell’arte come linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra. Desidero salutare tutti gli artisti che hanno partecipato: avrei voluto essere in mezzo a voi - ha scritto il Papa - ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po' di cure per la mia bronchite”.

Bergoglio ha poi salutato “tutti i pellegrini presenti oggi a Roma, in particolare ai fedeli della Diocesi di Parma, che sono venuti in Pellegrinaggio diocesano, guidati dal loro Vescovo”.

Bergoglio, nel testo preparato, ha evidenziato il momento difficile che stiamo attraversando: "Viviamo un tempo di crisi complessa, che è economica e sociale e, prima di tutto, è crisi dell’anima, crisi di significato. Ci poniamo la questione del tempo e quella della rotta. Siamo pellegrini o erranti? Camminiamo con una meta o siamo dispersi nel vagare? L’artista è colui o colei che ha il compito di aiutare l’umanità a non perdere la direzione, a non smarrire l’orizzonte della speranza. Ma attenzione: non una speranza facile, superficiale, disincarnata. No! La vera speranza si intreccia con il dramma dell’esistenza umana. Non è un rifugio comodo, ma un fuoco che brucia e illumina, come la Parola di Dio. Per questo l’arte autentica è sempre un incontro con il mistero, con la bellezza che ci supera, con il dolore che ci interroga, con la verità che ci chiama”.

Citando il poeta Gerard Manley Hopkins,( ‘il mondo è carico della grandezza di Dio/Essa brillerà come il bagliore della lamina scossa’), il Pontefice nel testo letto da Tolentino ha sottolineato che “questa è la missione dell’artista: scoprire e rivelare quella grandezza nascosta, farla percepire ai nostri occhi e ai nostri cuori. Il medesimo poeta sentiva anche nel mondo un ’eco di piombo’ e un 'eco d’oro’' L’artista è sensibile a queste risonanze e, con la sua opera, compie un discernimento e aiuta gli altri a discernere tra i differenti echi delle vicende di questo mondo. E gli uomini e le donne di cultura sono chiamati a valutare questi echi, a spiegarceli e a illuminare la strada su cui ci conducono: se sono canti di sirene che seducono oppure richiami della nostra umanità più vera. Cari artisti, vedo in voi dei custodi della bellezza che sa chinarsi sulle ferite del mondo, che sa ascoltare il grido dei poveri, dei sofferenti, dei feriti, dei carcerati, dei perseguitati, dei rifugiati. Vedo in voi dei custodi delle Beatitudini!”.

Il ringraziamento ai medici

Il Papa ha ringraziato anche i medici che lo hanno preso in cura: "Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera!", ha scritto il Papa invitando ad affidarsi “ a Maria, la "Piena di grazia”, perché ci aiuti ad essere come Lei cantori e artefici della bellezza che salva il mondo".

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