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Ilaria Sula, convalidato arresto Mark Samson. Al gip: "Ho fatto tutto da solo"

Il 23enne nel corso dell'interrogatorio a Regina Coeli ha ammesso di averla uccisa "la mattina del 26 marzo", dopo che le era arrivato un messaggio di un altro ragazzo

La casa dove è stata uccisa la 22enne (Fotogramma/Ipa)
La casa dove è stata uccisa la 22enne (Fotogramma/Ipa)
04 aprile 2025 | 17.44
LETTURA: 3 minuti

E’ stato convalidato dal gip di Roma il fermo di Mark Antony Samson, reo confesso per l’omicidio di Ilaria Sula. La 22enne, scomparsa lo scorso 25 marzo dalla sua casa di Roma, è stata ritrovata senza vita in un'area boschiva in fondo a un dirupo all'interno di una valigia. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano al ragazzo l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l’occultamento di cadavere.

Ieri dall’autopsia, eseguita presso l'istituto di medicina legale della Sapienza, è emerso che la studentessa è stata uccisa con tre coltellate, tutte al collo, ed è morta per una violenta emorragia.

Al gip: "Ho fatto tutto da solo"

Il 23enne ha negato oggi, venerdì 4 aprile, di aver premeditato il delitto nel corso del lungo interrogatorio di convalida del fermo a Regina Coeli. Il giovane aveva già confessato l'omicidio della 22enne. "Ho fatto sutto da solo" ha detto al giudice per le indagini preliminari. "L'ho colpita al collo in camera mia, mentre era di spalle".

Sentito per cinque ore in carcere ha raccontato di aver caricato il corpo in macchina, abbandonandolo, poi, nel pomeriggio in un burrone e di aver ripulito tutto. Il ragazzo però a domande specifiche sui genitori si è avvalso della facoltà di non rispondere.

L'aggressione dopo un messaggio da un altro ragazzo

Sarebbe stato un messaggio di un altro ragazzo arrivato sul telefono della vittima a portare Samson, secondo la versione fornita nel corso dell’interrogatorio, ad aggredire a coltellate al collo la giovane studentessa. Coltello, che a detta del giovane, aveva portato nella camera dell’appartamento di via Homs, dove la ragazza aveva trascorso la notte, per la colazione. Arma che sarebbe stata poi gettata, insieme a un sacco con il tappeto e gli stracci utilizzati per ripulire la camera, in un cassonetto del quartiere africano e non ritrovata così come il cellulare della vittima che il ragazzo avrebbe abbandonato in un tombino.

Un racconto che dovrà essere confrontato con l’esito delle analisi sul telefono del ragazzo e sul pc della vittima, dove utilizzava anche whatsapp. Riscontri sulla presenza in casa al momento del delitto dei genitori, la cui posizione è tuttora al vaglio, sono attesi dalle verifiche, disposte dai pm della procura di Roma, sulle celle telefoniche.

A quanto si apprende dai rilievi della polizia non sono state trovate tracce di sangue sull'auto, utilizzata per il trasporto del corpo della ragazza.

La mattina dell'omicidio

Il giovane ha raccontato, a quanto si apprende, che la studentessa era arrivata da lui la sera del 25 per restituirgli alcuni vestiti e, data l'ora tarda, per evitare di prendere i mezzi, si era fermata a casa sua. La 22enne, quindi, è stata uccisa il 26 marzo scorso, dopo aver trascorso la notte nell'appartamento di via Homs. I due avevano interrotto da poco, secondo la versione del ragazzo, una relazione che era andata avanti per alcuni mesi.

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