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Giulio Regeni, Consulta sblocca il processo: "Imputati giudicabili anche se assenti"

Accolta la questione di legittimità sollevata dal gip di Roma. Il procuratore Lo Voi: "Grande soddisfazione per la possibilità di celebrare il processo"

Fiaccolata per Giulio Regeni - Fotogramma
Fiaccolata per Giulio Regeni - Fotogramma
27 settembre 2023 | 18.03
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La Consulta sblocca il processo per il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni accogliendo la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma e stabilendo che si possa procedere anche in assenza degli imputati egiziani.

Le tappe della vicenda

Giulio Regeni, 28 anni, sparisce al Cairo il 25 gennaio del 2016 mentre si trova lì per svolgere una tesi di dottorato per l'Università di Cambridge sui sindacati egiziani. A dare l'allarme sono gli amici del ricercatore con un tam tam sui social e l'hashtag #whereisgiulio. Meno di una settimana dopo, il 1 febbraio 2016, il corpo di Giulio con evidenti segni di tortura, viene ritrovato abbandonato ai bordi di una strada non lontano dalla capitale egiziana. Mentre la salma del ricercatore rientra in Italia dove, nel suo paese di natale, Fiumicello, si svolgono i funerali, la Procura di Roma apre un'inchiesta per far luce sulla vicenda. Ma fin da subito la collaborazione con l'Egitto appare difficile. A marzo dal Paese fanno sapere di aver individuato gli assassini di Regeni nei membri di una banda criminale rimasti uccisi in una sparatoria con la polizia e di aver trovato i documenti di Giulio a casa della sorella del capobanda. Ma la ricostruzione non convince. E' un video trasmesso dalla tv egiziana il 23 gennaio 2017 a mettere gli inquirenti sulla pista giusta. In quel filmato il capo del sindacato degli ambulanti Mohamed Abdallah afferma di aver denunciato Giulio Regeni credendolo una spia.

Ma la collaborazione con gli inquirenti egiziani è opaca e in salita. Sarà lo stesso procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, a due anni dalla scomparsa di Giulio, il 25 gennaio 2018, a denunciare gli ostacoli con la procura egiziana. Ma nel dicembre dello stesso anno la procura di Roma chiude le indagini accusando quattro 007 egiziani, ufficiali della National Security egiziana di concorso in sequestro di persona e uno di loro anche per omicidio. E' il 25 maggio del 2021 quando il gup Pierluigi Balestrieri manda a processo i quattro 007.

Il 14 ottobre 2021 si apre il processo in Corte d'Assise ma durerà pochissimo perché i giudici rinviano gli atti al Gup in quanto manca la prova che gli imputati egiziani siano certamente a conoscenza del procedimento nei loro confronti. Ma gli agenti non si trovano e l'Egitto non collabora.

La decisione dei giudici costituzionali

In attesa del deposito della sentenza che avverrà nelle prossime settimane, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che "la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall’art. 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell’imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa".

La soddisfazione del procuratore Lo Voi

"Grande soddisfazione sicuramente per la possibilità di celebrare un processo secondo le nostre norme costituzionali che restano il faro del nostro lavoro. Per il resto aspettiamo le motivazioni”. Così il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi dopo la decisione della Consulta di accogliere la questione di legittimità costituzionale in relazione al processo per l’omicidio di Giulio Regeni.

I legali degli egiziani: "Prendiamo atto"

“Quali difensori degli imputati del processo Regeni prendiamo atto del provvedimento della Corte Costituzionale e attendiamo di conoscere le motivazioni, per effettuare ogni valutazione circa l’incidenza del provvedimento sul procedimento in corso”. Così all’Adnkronos gli avvocati Paola Armellin, Anna Lisa Ticconi, Filomena Pollastro e Tranquillino Sarno, difensori dei quattro 007 egiziani imputati nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni. “Conserviamo comunque la speranza che la decisione della Corte Costituzionale non sia lesiva dei diritti fondamentali ed insopprimibili degli imputati”, sottolineano i quattro penalisti.

Fratoianni: "Consulta restituisce fiducia nella giustizia"

"Dopo troppi anni di silenzi e di depistaggi da parte del governo egiziano, la decisione della Corte costituzionale del nostro Paese restituisce un po’ di fiducia a chi crede nella giustizia e vuole la verità nell’omicidio di Giulio Regeni", afferma il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, dopo la decisione della Consulta che sblocca il processo.

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