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L'intervista

Covid, Bassetti: "Contagi? Forse miliardi, numeri impressionanti ma abbiamo vinto noi"

Il direttore di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: "Dovremo conviverci, però ora Sars-CoV-2 non è più l'unico grande problema"

Matteo Bassetti - Fotogramma
Matteo Bassetti - Fotogramma
20 gennaio 2024 | 13.23
LETTURA: 3 minuti

Sono "impressionanti" i numeri del Covid e "ci dicono che è un virus che ha girato veramente tantissimo. I quasi 800 milioni di casi riportati" dai conteggi ufficiali "secondo me sono ampiamente sottostimati perché sono appunto soltanto quelli in qualche modo ufficiali. E' probabile che si dovrebbero forse moltiplicare per due o probabilmente per tre. Il che porterebbe il numero totale dei casi a oltre 2 miliardi di persone nel mondo che hanno avuto questa infezione e naturalmente diluendo la letalità del virus. Perché il numero dei decessi non cambia, mentre se aumenta il denominatore è evidente che scende la percentuale di letalità". Dopo questi anni "possiamo dire che abbiamo vinto noi". E' il quadro tracciato all'Adnkronos Salute da Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

In un post su X l'esperto aveva condiviso il grafico del contatore mondiale di Covid-19, con i dati aggiornati a fine 2023. Dati che censivano "773milioni di casi e 7 milioni di morti con una letalità dell'1%". Quando è arrivata questa infezione, spiega dunque Bassetti, "aveva una letalità che aveva una forbice tra il 3 e il 5% iniziale, e in alcuni momenti nel nostro Paese ha addirittura toccato percentuali più alte. Oggi possiamo dire ragionevolmente che siamo intorno all'1%, se i numeri sono questi, ma se sono quelli che dicevo siamo intorno allo 0,3% di letalità, il che fa sì che ora siamo molto vicini alla letalità dell'influenza".

Il bilancio di Bassetti

L'infettivologo fa un bilancio di quello che è stato e chiarisce il punto in cui ci troviamo oggi, mentre è in corso questa stagione influenzale da record in cui il Covid è stato co-protagonista con altri patogeni, non unico personaggio sullo scena.

"Fondamentalmente - osserva - tutto questo è avvenuto grazie allo sforzo enorme che abbiamo fatto, sul fronte vaccinale, dei farmaci, delle conoscenze. Oggi abbiamo tra di noi un virus che è, diciamo, come tanti altri. E anche l'ultima ondata che ci ha lasciato io non la chiamerei così, la chiamerei convivenza vera con il virus. Questo inverno ci ha fatto capire come il Covid non è evidentemente l'unico grande problema".

"Forse quest'anno, 2023-2024 - riflette Bassetti - è stato l'anno della consapevolezza da parte dei cittadini del mondo e anche e soprattutto di quelli italiani che con il Covid ci dovremo convivere e che per la stragrande maggioranza delle persone rimane come l'influenza e come tanti altri virus. Mentre resta un problema per le persone, per i grandi anziani e per i fragili che ovviamente dovranno continuare a vaccinarsi, a fare attenzione e a utilizzare i farmaci antivirali".

"Io credo - conclude - che questo sia il modo migliore per guardare indietro e soprattutto per guardare avanti. Ormai siamo a 4 anni da quel terribile gennaio-febbraio del 2020 e possiamo dire che abbiamo sicuramente vinto noi. Possiamo dire che per l'ennesima volta gli umani hanno vinto contro un nuovo virus e lo hanno portato a un dato di letalità e di aggressività veramente molto simile a tanti altri patogeni".

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