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Covid, Passera: "Banche possono trainare il Paese. Grandi aspettative su Draghi"

Intervista al fondatore e ceo di illimity che promuove il sistema bancario e si dice fiducioso sulla capacità delle imprese di far fronte alla crisi legata al Covid. In attesa del Recovery plan invita a usare i fondi europei (Mes incluso) per rilanciare il Paese con investimenti mirati e riforme strutturali. Non tutti si salveranno: guai a tenere in vita dei posti di lavoro che non esistono più.

Corrado Passera, fondatore e ceo di illimity - (Adnkronos)
Corrado Passera, fondatore e ceo di illimity - (Adnkronos)
17 marzo 2021 | 12.13
LETTURA: 6 minuti

Le banche possono trainare il Paese alle prese con l'emergenza Covid, ma soprattutto l'Italia può cogliere un'opportunità unica usando, con sapienza, i fondi europei che nei prossimi anni potrebbero arrivare fino a 500 miliardi di euro. E con Mario Draghi come presidente del Consiglio l'occasione non poteva capitare in un momento migliore. Il fondatore e ceo di illimity Corrado Passera, un passato da ministro e un curriculum ricco di esperienza alla guida di grandi gruppi come Poste o Intesa Sanpaolo, è ottimista sulla capacità delle imprese di uscire dall'emergenza sanitaria, invoca regole meno stringenti e auspica riforme e investimenti rapidi, magari anche usando il Mes.

Mps e aggregazioni. "Il sistema bancario italiano ha fatto negli ultimissimi decenni passi che altri Paesi non hanno fatto: c'erano mille banche e ora ce sono meno di cento, ci sono ancora delle opportunità di aggregazione in varie forme, e immagino che verranno perseguite, ci sono impegni chiari da parte del governo per la privatizzazione di Mps che verranno portati fino in fondo", dice in un'intervista all'Adnkronos. A differenza della crisi del 2011, "si stanno dimostrando uno strumento per superare la crisi e non una delle ragioni che l'hanno generata. Nel loro insieme, possono affrontare l'attuale situazione molto più robuste, sia dal punto di vista del capitale che della 'pulitura' dei loro portafogli crediti. E' un settore che è andato nella direzione giusta e che può contribuire a trainare il Paese verso la crescita".

Npl gestibili. "La maggioranza degli oltre 300 miliardi di euro che oggi sono in moratoria, riguardano aziende che, a mio avviso, potranno tornare performing. Ma sicuramente una parte di questi 300 miliardi - nei prossimi 12-18 mesi - se non cambieranno le regole attualmente in vigore si trasformeranno in credito deteriorato". C'è una categoria che sarà "fondamentale per l'economia italiana: le aziende Utp, aziende ancora vive, ma in difficoltà dal punto di vista della loro bancabilità per ragioni strategiche o legate all'emergenza Covid. E' prioritario stare vicino a questa categoria di imprese senza le quali sarebbe molto difficile innescare una nuova fase di crescita". Finora in Europa "le autorità non hanno ipotizzato che le regole vengano modificate, mentre potrebbe essere una buona idea rendere in questi mesi meno rigidi i meccanismi di 'calendar provisioning' che obbliga le banche a portare a perdita in bilancio le posizioni di aziende in difficoltà in tempi molto precisi. Ma sono convinto che una larga maggioranza di quei 300 miliardi non diventeranno deteriorati alla scadenza delle moratorie".

Moratorie e garanzie pubbliche. Sotto il profilo degli strumenti messi in campo per arginare la crisi legata al Covid e alla poca crescita, "Credo che alcune cose siano state avviate bene, basti pensare alle moratorie - previste dalla legge, ma anche in parte attivate dalle singole banche - che riguardano circa 300 miliardi di crediti alle aziende. E che, per alcuni settori, sarebbe ragionevole prorogare ulteriormente". Non solo: "Anche le garanzie pubbliche stanno funzionando - soprattutto nel mondo delle pmi -, sia quelle del fondo centrale di garanzia, sia quelle di Sace si stanno dimostrando efficaci. Stiamo parlando di 170 miliardi di credito che sicuramente, in parte, non sarebbe affluito all'economia se non ci fossero state le garanzie pubbliche", sottolinea Corrado Passera.

Recovery plan e fondi fino a 500 miliardi. Utilizzare i fondi del Next Generation Europe nel giusto modo può dunque fare la differenza. "Siamo in attesa di sapere quale sarà il piano italiano, ma avendo messo sul progetto persone di tale competenza e capacità mi aspetto che sia fatto al meglio", spiega. "E' però molto importante che non si guardi ai 200 miliardi come alle uniche risorse a disposizione del Paese nei prossimi anni. Oltre alle risorse a fondo perduto e ai finanziamenti del Next Generation Eu, avremo a disposizione tutta una serie di altri meccanismi di finanziamento nazionali e europei, come i fondi strutturali e, se decidessimo di usarlo, il Mes. In tal senso, il Pnrr va inserito nel quadro completo di medio periodo". Nei prossimi 4-5 anni "l'Italia potrebbe avere a disposizione per investimenti 400-500 miliardi di euro, sommando sia i fondi nazionali che quelli comunitari, e una cifra di questo genere offre un'opportunità unica e storica per ridisegnare il Paese".

Grandi aspettative su Draghi. "Non poteva capitarci niente di meglio della nomina di Draghi. Non è soltanto un banchiere centrale, è un leader globale con grandissima credibilità, che conosce molto bene non solo la burocrazia europea, ma anche quella italiana e la saprà valorizzare. Ho grandissime aspettative su quello che immagino Draghi stia preparando", dice Passera oggi totalmente dedicato a illimity, una banca con 4 miliardi di attivo e 640 professionisti.

Riforme e Mes. La formula della ripartenza passa da investimenti mirati e riforme strutturali. "Dobbiamo spingere, incentivare fiscalmente come non mai le aziende 'virtuose' che dimostrano la volontà di investire, di assumere, di aggregarsi e capitalizzarsi, ci sono già leggi disponibili come Industria 4.0 o l'Ace. B isogna aiutare i settori più colpiti dal Covid ma strategici per il nostro futuro come il turismo: bisogna fare il modo che il settore superi l'attuale guado, ma approfittare di questa crisi favorirne l'ammodernamento. E' il momento delle aggregazioni anche in questo settore. Non dimentichiamo poi il grande mondo della cultura e di tutti i settori collegati che fanno, oltre a crescita, anche identità". Occorre "un piano di nuove infrastrutture e ammodernamento di quelle esistenti sia fisiche che digitali che energetiche" e un "rafforzamento della struttura sanitaria per superare l’attuale crisi e per prepararci alle prossime. Non capisco perché non si vogliano utilizzare in maniera accelerata anche i fondi del Mes". In parallelo vanno avviate le 4 riforme fondamentali - Istruzione, Giustizia, Burocrazia e Welfare - "solo così si può ridisegnare il Paese". Le 4 iniziative "possono essere avviate in pochi mesi con leggi esistenti e le 4 riforme possono pure essere avviate immediatamente senza voler risolvere tutti i temi più divisivi. Non partiamo dall'idea che non si possa fare".

Guai mantenere in vita aziende morte. La crisi legata al Covid, sommata alla già precedente mancanza di crescita economica, rischia di avere ripercussioni gravi sul tessuto sociale. "La storia dice che quando si accumula troppo disagio sociale per un periodo troppo lungo, si creano forme di protesta, rabbia e depressione difficili da gestire. La storia dell’ultimo secolo dimostra, purtroppo, che possono saltare le democrazie. N on siamo lontani da una situazione di disagio difficilmente sopportabile da una società", spiega. Una 'bomba' sociale che potrebbe essere innescata quando finirà il blocco dei licenziamenti, ma per l'ex ministro dello Sviluppo economico, "Il lavoro non si tutela bloccando i licenziamenti, cosa che nell'immediato può avere un senso, ma si tutela con la crescita sostenuta e sostenibile, con gli investimenti, salvaguardando le persone che lo perdono, non illudendosi di tenere in vita dei posti di lavoro che non esistono più. Guai a rimandare i veri problemi e mantenere in vita aziende o posti di lavoro che non ci sono più", conclude Corrado Passera.

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