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Covid, Galli: "Su vaccini certa politica dà il peggio"

"In un convegno promosso dalla Lega a luglio 2020 dette cose su fine della malattia, poi 92mila decessi"

(Foto Fotogramma)
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07 settembre 2021 | 14.51
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Sui vaccini "un certa parte politica sta dando il suo peggio strizzando l'occhio ad un certo elettorato". Così all'Adnkronos Salute Massimo Galli, docente di Malattie infettive all'università Statale e primario al Sacco di Milano, commenta le polemiche che dividono la politica sui temi dei vaccini anti-Covid, il Green pass e l'eventuale possibilità che si arrivi all'obbligo vaccinale. Secondo Galli: "Dall'inizio della pandemia abbiamo assistito a questo atteggiamento che prosegue anche oggi", e lo scienziato ricorda un evento in particolare, "il 27 luglio 2020 si è svolto un convegno in Senato promosso dalla Lega, dove era presente anche il suo segretario, in quell'occasione si sono dette delle cose sulla fine della malattia e si è ridimensionato il virus-Poi - ricorda - ci sono stati 92mila morti. Ecco direi che si commenta da solo".

"Ho sentito dire - prosegue Galli sempre in riferimento al convegno 'Covid-19 tra informazione, scienza e diritto' - che la gente sarebbe morta di fame perché non avrebbe più lavorato per colpa di chi voleva chiudere tutto. Ma nessuno si diverte a chiudere, tantomeno il sottoscritto".

Tornando sulle polemiche legate al vaccino anti-Covid, Galli evidenzia che "oggi è l'unico strumento che ci consente di continuare a garantire di tenere aperto il Paese e guarda caso - sottolinea - anche su questo ci sono posizioni ambigue sempre dalla stessa parte politica. E' qualcosa che si commenta da sola, ma siamo abituati e non dobbiamo più stupirci".

Infine Galli riflette anche su come si possa "dissentire" ma in maniera "costruttiva". "Io posso esprimere delle posizioni contrarie ad alcune scelte che si pensa di fare, senza ideologie, ma lo faccio con il supporto dei dati che posso avere e anche di quelli che ancora non ci sono - osserva" l'infettivologo. "Penso alla terza dose del vaccino su cui ho espresso più volte le mie perplessità, ma sono un funzionario pubblico e se lo Stato decide per la terza dose la farò con disciplina", conclude.

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