Una direttiva europea che il 27 dicembre prossimo compirà ben 11 anni di vita. E' la famigerata Bolkestein, oggi nuovamente al centro delle cronache grazie a un emendamento Pd alla Manovra, che ne ritarderà ulteriormente l'adozione nel nostro Paese. Ma di cosa si tratta e perché è così importante per gli ambulanti italiani?
In generale, la direttiva dell'Unione Europea (la 2006/123/CE) riguarda i servizi nel mercato europeo comune. Presentata dalla Commissione Ue nel febbraio 2004, è stata approvata ed emanata nel 2006 e prende il suo nome da Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi che ha curato e sostenuto questa direttiva. Il suo scopo è quello di garantire la libera circolazione dei servizi in base alle regole stabilite dall'Europa per il mercato unico, cosa che comporta - fra le altre misure previste - la rimessa a bando delle concessioni per attività commerciali su suolo pubblico e l'abbattimento delle barriere tra i vari Paesi.
All'origine delle proteste degli ambulanti che sono scoppiate lo scorso marzo in Italia, c'è proprio l'obbligo di messa a bando delle concessioni in scadenza per spazi pubblici e beni demaniali, dunque il punto che prevede la messa a gara di tutte le postazioni sul suolo pubblico. La richiesta degli ambulanti al governo è quella di escludere totalmente la categoria dall'obbligo di messa a bando delle concessioni pubbliche previsto dalla direttiva. Un'esclusione che tuttavia non è avvenuta. Prorogate una prima volta le concessioni in scadenza nel luglio 2017 al 31 dicembre 2018, ora il Governo ha nuovamente allungato i tempi (di circa un anno) con l'ultimo emendamento approvato.
Alla scadenza dei termini, la direttiva Bolkestein entrerà quindi definitivamente in vigore. Ciò significa che chi vorrà svolgere l'attività di ambulante in strade pubbliche e zone demaniali dovrà fare i conti con la scadenza reale della licenza, che durerà un tempo variabile, ma pur sempre limitato.