Vacanze in Italia e sempre più sostenibili: ecco i trend emersi dall'osservatorio EY "Future Travel Behaviours"
Complice il miglioramento della situazione pandemica viaggiare sta tornando di moda, sia per vacanza che per lavoro. Ma molte cose sono diverse rispetto al pre-pandemia. Come sono cambiati comportamenti degli italiani nei confronti dei viaggi? Lo rivela l'osservatorio EY “Future Travel Behaviours” effettuato su un campione di oltre 1.000 soggetti. I risultati, ottenuti sia con rilevazioni esplicite che attraverso tecniche di neuroscienze cognitive, hanno permesso di individuare le intenzioni e le attitudini degli italiani nel 2022 e di delineare nuovi profili dei viaggiatori.
“I risultati dell'Osservatorio evidenziano come le abitudini dei viaggiatori siano in continua trasformazione, accelerate anche dall’impatto della pandemia, e guidate da nuovi driver in cui la sostenibilità ambientale gioca un ruolo centrale nelle scelte di viaggio. I viaggiatori hanno saputo adattarsi allo scenario pandemico evolvendo le proprie preferenze e abitudini di spostamento, ma sarà fondamentale per gli operatori della mobilità, del turismo e del travel anticipare quelli che saranno le nuove tendenze che guideranno le scelte di viaggio”, commenta Claudio d'Angelo, Transportation Market Segment Leader di EY in Italia.
Nel 2021 oltre l'80% degli italiani ha ripreso a viaggiare per motivi di vacanza. Anche le intenzioni dichiarate per il 2022 confermano il trend: il 60% afferma di voler tornare alle abitudini di viaggio pre-pandemia e 1 su 4 desidera addirittura aumentare il numero di viaggi. Due intervistati su tre dichiarano di voler viaggiare nel nostro Paese, mentre un 6% di italiani ha pianificato di lavorare da remoto in un luogo di villeggiatura, secondo la tendenza sociale nota come workation.
Tra i mezzi di trasporto preferiti per i viaggi nel 2021, l'auto privata è sempre al primo posto sia per andare in vacanza (64% del campione) che per viaggi di lavoro (60%). Tra i fattori che influenzano maggiormente le scelte dei viaggiatori, comodità e prezzo rimangono ai primi posti, ma ben il 74% degli interpellati dichiara di aver effettuato scelte di viaggio con un occhio di riguardo all'ambiente. A livello di trasporti, l'aereo è percepito come mezzo meno ecosostenibile, con una relativa crescente attenzione alle iniziative di riduzione dell'impatto ambientale di tale tipologia di viaggio: ad esempio 2/3 degli intervistati è disposto a pagare un sovraprezzo per garantire la compensazione delle emissioni di CO2 dei propri viaggi a medio e lungo raggio. Se dall'analisi delle scelte esplicite emerge che il 46% considera importante o molto importante l'impatto delle proprie scelte sull'ambiente, i test impliciti confermano la crescita di ansia verso i problemi ambientali, evidenziata nel 75% del campione (era il 67% nella scorsa edizione).
Rispetto al 2020 si è ridotta di quasi 10 punti la percentuale di coloro che hanno dichiarato di non aver effettuato alcun viaggio, mentre raddoppia la percentuale di chi ha viaggiato più di 5 volte all'anno. Per coloro che hanno ripreso a viaggiare l'Italia rimane la meta preferita dal 67% del campione, ma è in aumento anche la percentuale di coloro che desiderano trascorrere le vacanze all'estero (33%). Anche per i viaggi di lavoro il nostro Paese è la meta preferita: 89% contro l'11% che immagina di dover trascorrere un periodo all'estero per questioni professionali.
I dati raccolti dall'Osservatorio EY hanno evidenziato profondi cambiamenti nelle motivazioni alla base delle scelte di viaggio con una decisa spinta verso esperienze sempre più diversificate e personali. Emergono 8 diversi profili rappresentativi dei viaggiatori del 2022, che tengono conto di caratteristiche anagrafiche, comportamenti e preferenze di viaggio, intenzioni esplicite e motivazioni rilevate con analisi implicite. Il profilo più numeroso è quello dei Potential Frequent Travelers (20% del campione, +2% rispetto al 2020) ovvero coloro che intendono aumentare i propri viaggi nel 2022 sia per vacanza che per lavoro. In crescita anche i Reluctant Travelers (+3%), che continueranno a limitare gli spostamenti e gli Health and Environmental Concerned Travelers (+1%), che non intendono aumentare il numero di viaggi a causa di preoccupazioni legate alla salute e all'ambiente.