"Se dobbiamo essere europeisti dobbiamo fare come nel resto d'Europa"
“Mi auguro sia l’uno che l’altro. Ma se mi chiamasse Draghi e mi chiedesse di scegliere fra lo slittamento del coprifuoco e l’apertura interna dei ristoranti anche a cena, non avrei dubbi: a che serve un coprifuoco alle 23 o anche più tardi se poi il ristorante è chiuso?”. Lo dice all’Adnkronos Antonello Colonna, chef dell’Open Colonna di Milano, commentando la convocazione della cabina di regia per decidere se inserire, nel prossimo decreto del 24 maggio, lo slittamento del coprifuoco dalle 22 alle 23 e la possibilità di tenere aperti i ristoranti all’interno anche dopo le 18, senza aspettare la data del primo giugno.
“Di certo non abbiamo bisogno di palliativi – afferma con convinzione Colonna - né di mezze aperture o mezze chiusure. Vorrei inoltre un po’ di coerenza: se dobbiamo essere europeisti, non dobbiamo esserlo soltanto con i colori del semaforo attribuiti ai vari cibi del nostro agroalimentare. Ma dobbiamo esserlo a maggior ragione con le politiche per la ripresa economica. In Europa, ma anche in Gran Bretagna e negli Usa stanno riaprendo tutto, senza troppe limitazioni, perché non lo facciamo anche noi? E perché gli ultimi a essere presi in considerazione e quindi a essere penalizzati debbono essere sempre i ristoranti? Non mi spiego perché nel weekend abbiamo potuto assistere a scene di spiagge e stabilimenti pieni mentre nei ristoranti si va con il contagocce”.
“I ristoranti sono il principale motore economico del turismo - conclude - eppure abbiamo ancora troppi vincoli rispetto ad altre categorie. Non ci dimentichiamo che questo maggio finora è andato malissimo, dato che a causa del maltempo spesso non si è potuto cenare all’aperto”.