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Burioni: "Tutti dovremo girare con le mascherine nei prossimi mesi"

Il virologo: "Basta ritardi e burocrazia. Prepariamoci a fare più test, isolare infetti e al tracciamento elettronico dei contatti". E ribadisce: "Dobbiamo proteggere medici e operatori sanitari"

(Fotogramma)
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04 aprile 2020 | 16.07
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"Nei prossimi mesi dovremo girare tutti con le mascherine". Non ha dubbi il virologo Roberto Burioni, docente dell'università Vita-Salute San Raffaele, che all'Adnkronos Salute spiega: "Le raccomandazioni possono cambiare nel tempo e variano via via che aumenta la conoscenza di questo che è un nuovo virus. Ora sappiamo due cose: si tratta di un virus molto contagioso e le mascherine chirurgiche ostacolano tantissimo la sua diffusione. A dircelo è uno studio pubblicato proprio ieri su 'Nature Medicine'", sottolinea il virologo. E questo non solo per proteggerci, ma per proteggere gli altri. "Dunque le mascherine saranno presidi fondamentali nei prossimi mesi. Perché non sappiamo ancora quando potremo uscire, ma speriamo il prima possibile. E dobbiamo essere pronti".

"Basta con i ritardi e la burocrazia: quando riprenderemo, tra 15-20 giorni, un mese - insiste - dobbiamo essere in condizione di poter indossare tutti le mascherine". Il virologo sottolinea poi l'importanza di questa fase per preparare il Paese alla battaglia che ancora ci aspetta contro Covid-19. Perché il virus non sparirà all'improvviso. "Dovremo essere pronti a fare tanti test per identificare gli infetti, a isolarli e a sfruttare le possibilità offerte dal tracciamento elettronico dei contatti. Ben sapendo che si è infettivi anche prima di mostrare i sintomi e da asintomatici. Dunque, anziché chiederci quando potremo uscire, facciamoci trovare pronti per quando sarà", dice Burioni.

Il virologo ribadisce poi che "è fondamentale proteggere gli operatori sanitari". Con 80 medici morti e 11.252 operatori sanitari contagiati - e i medici di famiglia della Fimmg sul piede di guerra che minacciano di chiudere gli studi - "non c'è più tempo: dobbiamo proteggere i nostri operatori sanitari. Come tutti i lavoratori che non possono stare a casa nell'emergenza Covid-19, ma anche di più: se si ammalano vengono a mancare elementi fondamentali per la lotta al virus, e oltretutto possono contagiare i loro pazienti. La difesa degli operatori sanitari, e dei medici di famiglia, deve essere una priorità".

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